La cattura di Luigi Cacciapuoti, ritenuto capo del clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca, è solo l’ultima di una serie di arresti di latitanti di camorra nelle ultime 24 ore. Infatti, Luigi Carandente Tartaglia è stato arrestato a Castel Volturno, in una clinica, mentre Vincenzo Confessore è stato arrestato mentre cenava in un ristorante a Napoli.

Carandente Tartaglia, esponente di spicco del clan Orlando-Polverino-Nuvoletta, ha trascorso 17 mesi in latitanza in una villa tra Marano e Quarto, nel Napoletano. È stato ammanettato dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna mentre era in un letto d’ospedale nel Casertano, dove si era sottoposto a un intervento a causa di problemi cardiaci. I carabinieri erano a conoscenza della sua malattia e monitoravano gli archivi informatici del sistema sanitario nazionale.

Il latitante è stato trovato dopo un intervento al cuore nell’ospedale Pineta Grande di Castelvolturno. I carabinieri sono entrati nell’ospedale e lo hanno trovato sul lettino, dove ha fornito false generalità. Attualmente è monitorato e piantonato nella struttura sanitaria.

I carabinieri di Castello di Cisterna erano sulle tracce di Carandente Tartaglia dal marzo 2022, quando è stato emesso un mandato di cattura nei suoi confronti per una condanna complessiva di 14 anni e 3 mesi di reclusione per associazione mafiosa. L’ultimo tentativo di catturarlo risale al 5 agosto, quando è riuscito a fuggire dopo aver speronato e ferito un equipaggio dei carabinieri durante un inseguimento.

A Napoli, invece, è stato arrestato Vincenzo Confessore, latitante da due anni. Stava cenando in un noto ristorante a Mergellina quando è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Salerno, insieme con il reparto territoriale dei carabinieri di Nocera Inferiore e con la compagnia della Guardia di Finanza di Cava de’ Tirreni. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Salerno.

Confessore è accusato, insieme ad altri indagati, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose, e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Era riuscito a sfuggire all’operazione della Dda di Salerno del 2 dicembre 2022, che aveva smantellato il clan Fezza-De Vivo di Pagani.

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