Le miserie oscure del Parco Verde sono finalmente venute alla luce grazie all’incessante lavoro degli inquirenti. Questa terribile vicenda ha coinvolto due giovani vittime, poco più che bambine, che avrebbero dovuto giocare con le loro bambole, ma che invece sono state ridotte a bambole di carne, a disposizione di chiunque volesse approfittarne. Questo sconvolgente caso ha scosso l’intero Paese, tanto che persino la premier Giorgia Meloni si è recata a Caivano per fare chiarezza. La vicenda ha trovato spazio sulle pagine di importanti giornali stranieri, come il Times, il New York Times, il Telegraph e Le Monde.

Ora alcuni familiari dei ragazzi indagati sostengono che si tratti di un giro di baby prostituzione, in cui le ragazzine, di soli 10 e 12 anni, non sarebbero state vittime ma addirittura protagoniste. Vengono diffusi foto e video che mostrano le due bambine vestite in modo succinto e truccate pesantemente, sedute ai tavolini dei locali fino a tarda sera, in attesa di compagnia. Ci sono anche video che le ritraggono mentre guidano una Smart con atteggiamenti divertiti. E altri video in cui sono riprese senza veli. Gli inquirenti mantengono il silenzio su questa nuova versione dello stupro di gruppo. I primi due fermati, dopo le dichiarazioni delle ragazzine che hanno raccontato una storia completamente diversa, fatta di violenze e sopraffazione fisica, hanno ammesso di aver avuto incontri sessuali con le vittime, ma hanno anche mostrato ai inquirenti dei video girati da una delle due ragazzine stesse, a dimostrazione che non ci sarebbe stata alcuna costrizione negli incontri. Entrambi maggiorenni, hanno consegnato spontaneamente i loro cellulari come prova di quanto affermato. Tuttavia, è importante sottolineare che nulla può ridimensionare la responsabilità di coloro che hanno approfittato di due ragazzine, abbandonate a se stesse, senza alcun controllo genitoriale, appartenenti a famiglie disgregate e prive di principi educativi. Il reato di violenza sessuale rimane valido, essendo le vittime minorenni e quindi incapaci di dare il consenso legale. Fino a quando l’indagine non avrà concluso il suo corso, è chiaro che rimane la possibilità che gli stupratori adottino una strategia difensiva per ribaltare i ruoli e le responsabilità. In questo nuovo e sconvolgente scenario, tuttavia, diventano più chiari i motivi per cui la procura dei minori ha richiesto e ottenuto con urgenza l’allontanamento delle due vittime dalle rispettive famiglie. In particolare, il provvedimento riguardante la ragazzina più grande afferma che “dalla relazione del servizio sociale e dalla lettura del provvedimento emerge che la minore era ed è esposta, nell’ambito familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica. Emerge anche che i servizi sociali sono intervenuti in una situazione di chiaro emergenza per mettere in sicurezza la minore a causa del comportamento dei genitori. Dai documenti emerge che la minore è stata vittima di gravi abusi sessuali da parte di un gruppo di coetanei e che lo stile di vita della minore ha favorito la commissione del reato ai suoi danni, a causa della grave negligenza dei genitori che chiaramente non hanno esercitato il necessario controllo su di lei, mettendola così a rischio”. Questa ragazzina è cresciuta in un ambiente familiare segnato da violenze sessuali commesse dal nonno nei confronti di due figlie, che sono state allontanate dalla famiglia, adottate e che ancora ricevono cure psicologiche. I suoi genitori, che hanno meno di quarant’anni, sono dipendenti da alcol e droghe, e la loro figlia di sette anni è spesso costretta a chiedere cibo di porta in porta nel condominio in cui vivono. È da questo contesto che la dodicenne avrebbe cercato una via di fuga, con l’incoscienza e l’inconsapevolezza della sua giovane età. Resta ora l’attesa dei primi risultati delle analisi tecniche sui cellulari sequestrati. Solo allora la procura di Napoli Nord e quella dei minori di Napoli potranno fare chiarezza, delineando senza ombra di dubbio i ruoli dei carnefici e delle vittime.

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