Il 14 marzo la Corte di Appello di Napoli ha assolto Giuseppe Massaro e Generoso Nasta dall’accusa di omicidio di Giuseppe Matarazzo. I due uomini erano stati condannati all’ergastolo in primo grado dal Tribunale di Benevento. Ora il presidente del collegio giudicante, Vittorio Melito, ha depositato la motivazione del verdetto.
Secondo la Corte di Appello, non è stato dimostrato in modo certo che l’arma del delitto fosse la pistola sequestrata a Massaro. Inoltre, non è chiaro se la Fiat Croma, sempre di proprietà di Massaro, si trovasse effettivamente sul luogo del delitto al momento dei fatti, né se abbia incrociato la donna che ha proceduto al riconoscimento, né se Nasta fosse alla guida dell’auto.
Riguardo all’arma utilizzata per il delitto, i giudici affermano che si tratta di un revolver dello stesso calibro di quello posseduto da Massaro, ma non vi sono prove concrete che dimostrino che sia proprio la sua arma. Pertanto, la Corte ritiene inadeguata la prova della consegna da parte di Massaro della pistola, che egli aveva regolarmente denunciato e non si era sbarazzato dopo l’esecuzione del delitto, al presunto esecutore materiale.
Sono state riscontrate anche discrepanze riguardo ai dati del Gps che indicano la presenza dell’auto di Massaro, guidata da Nasta, sul luogo del delitto. Anche il riconoscimento di Nasta da parte di una donna come conducente dell’auto non sembra essere univoco e convincente.
È importante sottolineare che non è stato possibile individuare né il mandante né l’esecutore materiale del delitto. Pertanto, la Corte non ritiene che ci siano prove solide a carico degli imputati.
Giuseppe Matarazzo fu ucciso poco dopo essere stato rilasciato dalla detenzione per violenze sessuali su una minore, che successivamente si tolse la vita.
Durante il processo di Appello, Massaro e Nasta sono stati difesi dagli avvocati Angelo Leone, Mario Palmieri, Orlando Sgambati e Angelo Raucci. I familiari di Matarazzo, parte civile, sono stati assistiti dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia.