La cistite è un’infiammazione della parete vescicale che è spesso causata da un’infezione delle vie urinarie. Questa condizione è comune sia nei bambini che negli adulti, ma colpisce maggiormente le donne. Si stima che più della metà delle donne manifesti almeno un episodio di cistite durante la loro vita, e la metà di questi casi presenta almeno una recidiva all’anno. Nelle donne, la causa principale della cistite è la vicinanza dell’uretra, il canale di scarico delle urine, alle mucose vaginali e all’intestino. In questa condizione, i batteri migrano dall’apparato genitale o intestinale lungo l’uretra fino alla vescica, dove si moltiplicano e causano l’infiammazione della mucosa. I sintomi più evidenti di questa condizione sono il frequente e urgente bisogno di urinare in piccole quantità e la sensazione di bruciore durante la minzione. Altri sintomi possono includere dolore addominale, febbre e urine scure o maleodoranti.
Poiché la causa dell’infiammazione è un’infezione batterica, il trattamento per la cistite prevede l’uso di antibiotici a largo spettro come l’Amoxicillina, la Levofloxacina e la Ciprofloxacina. Questi ultimi due fanno parte di una classe definita “fluorochinolonici” a causa della loro struttura chimica di base, e hanno un’efficace azione battericida. Svolgono la loro azione inibendo due enzimi che svolgono un ruolo importante nella funzione del DNA batterico, impedendo alla cellula batterica di accedere alle informazioni genetiche e portandola alla morte. Come tutti i farmaci, questi antibiotici comportano un certo rischio di effetti collaterali ben noti, ma una recente revisione condotta dall’EMA, l’ente regolatorio europeo per i farmaci, ha sollevato preoccupazioni riguardo ai potenziali effetti collaterali gravi e duraturi sul sistema muscolo-scheletrico e nervoso. In particolare, gli effetti collaterali a lungo termine includono tendiniti, rotture tendinee, dolori muscolari, problemi di deambulazione e neuropatie. Tuttavia, questi eventi avversi a lungo termine sono stati riscontrati solo in un numero limitato di pazienti, tanto da portare le agenzie regolatorie a modificare le indicazioni per l’uso di questi antibiotici, considerando anche il fatto che esistono altre categorie di antibiotici altrettanto efficaci ma più sicure.
In sostanza, i fluorochinolonici non dovrebbero essere prescritti per infezioni lievi, per le quali sono disponibili alternative terapeutiche. Tuttavia, possono essere utilizzati in caso di infezioni gravi, quando altri antibiotici più sicuri non sono indicati per qualche motivo.