La criminalità e la situazione delle periferie sono temi di grande importanza e riflessione in Italia. Recentemente, l’ex vicesindaco di Napoli, Riccardo Marone, ha offerto una interessante analisi su questo dramma, che è stata pubblicata sulla stampa cittadina. In questa lucida disamina, Marone ha riconosciuto gli errori commessi dalla sinistra nelle politiche urbanistiche post-terremoto.

Dopo il sisma, sono stati costruiti numerosi complessi residenziali, secondo la legge 219, nelle zone periferiche di Napoli e dei comuni confinanti. Tuttavia, questi alloggi provvisori sono rimasti tali per decenni, a causa della mancanza di servizi e infrastrutture che rendevano difficile l’integrazione tra i residenti autoctoni e le nuove famiglie insediate. Questa situazione ha portato alla proliferazione di quartieri-ghetto caratterizzati da elevata criminalità. Città e paesi che un tempo avevano un ruolo di rilievo sono diventati, seguendo la definizione dell’antropologo Marc Augé, dei “non luoghi”.

Un esempio di questa situazione si può trovare a Castellammare di Stabia, dove il boss Michele Imparato, durante una campagna elettorale, interruppe addirittura un comizio di un candidato sgradito, dichiarando di essere “il sindaco del Savorito”. A Melito, nel 2003, le elezioni amministrative furono pesantemente influenzate dalla presenza oppressiva della camorra nei quartieri della 219. Questo scenario inquietante è emerso grazie a un’importante indagine condotta dal procuratore aggiunto della DDA di Napoli, Filippo Beatrice, e dal pm Marco Del Gaudio. Il processo che ne è seguito ha portato a dure condanne per affiliati al clan Amato-Pagano ed ex amministratori. Nel 2005, il comune è stato sciolto per infiltrazioni della camorra. Pochi mesi fa, un altro blitz della Procura e delle forze dell’ordine ha portato al decapitamento dell’amministrazione comunale, con pregiudicati e diversi amministratori sotto processo per “voto di scambio politico-camorristico”. È probabile che la Commissione d’accesso che si è insediata porterà al secondo scioglimento dell’ente per infiltrazioni camorristiche.

Altri importanti comuni, come Castellammare, Nola, Giugliano, Sant’Antimo, Marano e Torre Annunziata, sono stati oggetto di provvedimenti di scioglimento degli enti civici per la presenza di insediamenti residenziali popolari. È incoraggiante sentire le recenti dichiarazioni del Ministro degli Interni, Piantedosi, che ha affermato che “non ci fermeremo certo al Parco Verde”. Tuttavia, vorrei che si prestasse attenzione anche al “Terzo Mondo” a Secondigliano, al “Rione Incis” a Ponticelli, all’area Penniniello a Torre Annunziata, al “Piano Napoli” a Boscoreale, agli alloggi ex IACP a Nola ed Ercolano, alle “Salicelle” ad Afragola. Tutto ciò, ovviamente, dovrebbe essere accompagnato da un potenziamento del personale docente e dall’inserimento di nuove figure professionali nelle scuole. Non possiamo più dilazionare un’imponente azione collettiva di liberazione dalla camorra: se non ora, quando?

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