Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto l’agente penitenziario Angelo Di Costanzo dall’accusa di aver preso parte alle violenze ai danni dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020. Non è stato riconosciuto da nessun detenuto e il suo superiore, che l’aveva riconosciuto, è stato considerato non attendibile.
Le motivazioni della sentenza di assoluzione sono state depositate di recente. Il giudice per l’udienza preliminare, Pasquale D’Angelo, ha pronunciato la sentenza al termine del processo svoltosi con rito abbreviato il 20 giugno scorso. D’Angelo e l’altro agente Vittorio Vinciguerra sono stati gli unici a scegliere un rito alternativo al dibattimento.
Il giudice ricostruisce il percorso seguito dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per arrivare all’incriminazione di Di Costanzo. L’agente non era tra i 52 indagati destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip di Santa Maria Capua Vetere nel giugno 2021, né tra i 70 che hanno ricevuto l’avviso di garanzia. Non era stato riconosciuto da nessun detenuto vittima delle violenze.
Angelo Di Costanzo è stato coinvolto nelle indagini qualche mese dopo gli arresti, dopo che l’agente Giuliano Zullo, anche lui indagato, era stato scarcerato per un errore di identificazione. È stato riconosciuto da Gaetano Manganelli, allora Comandante della polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in due fermi-immagine dei video in cui inizialmente era stato riconosciuto Zullo.
Di Costanzo è stato indagato tra settembre e ottobre 2021, prendendo il posto di Zullo. Secondo il giudice D’Angelo, c’è stata una sovrapposizione delle posizioni di Di Costanzo rispetto a quella di Zullo, senza una coerente ricostruzione logica e motivazionale. Il riconoscimento operato da Manganelli si basava solo su alcuni spezzoni dei video, mentre i fatti attribuiti a Di Costanzo erano relativi ad altre immagini.
Inoltre, il giudice non considera attendibile Manganelli, poiché le sue dichiarazioni sembrano essere state rese con finalità non del tutto disinteressate. Anche Vinciguerra è stato assolto perché non è stato riconosciuto con certezza da alcuni detenuti che lo avevano indicato in foto, tra cui Fakhri Marouane, deceduto alcune settimane fa al policlinico di Bari dopo essersi dato fuoco in una cella del carcere di Pescara.
In conclusione, Angelo Di Costanzo è stato assolto perché non è stato riconosciuto da nessun detenuto e il suo superiore è stato considerato non attendibile. La sentenza di assoluzione è stata pronunciata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere dopo un processo con rito abbreviato.