Il caso dei tamponi falsi per alcuni calciatori della Lazio si è concluso con il proscioglimento del legale rappresentante, del consulente scientifico e della direttrice sanitaria del laboratorio Diagnostica Futura di Corso Vittorio Emanuele ad Avellino. Le accuse di falso e omissione in atti d’ufficio, riguardanti l’inserimento di risultati falsi sulla piattaforma Sinfonia, sono state respinte dal Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi.

Il pubblico ministero del tribunale di Avellino, Vincenzo Toscano, aveva chiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati, ma le accuse erano già state ridimensionate rispetto al capo di imputazione provvisorio notificato inizialmente solo a Massimiliano Taccone. Durante l’udienza preliminare, gli avvocati degli imputati hanno sostenuto che non si trattava di referti falsi e che tutte le comunicazioni necessarie erano state effettuate.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Avellino e condotte dalle Fiamme Gialle del comando provinciale di Avellino, erano partite dalle controverse analisi effettuate sui calciatori della Lazio, che erano risultati negativi ai test del Coronavirus eseguiti presso il laboratorio Diagnostica Futura, ma positivi alle analisi dell’Asl della Capitale. La vicenda risale all’autunno del 2020, durante la pandemia, quando Ciro Immobile, Manuel Lazzari e Luis Alberto Romero erano risultati positivi per l’Uefa e negativi al centro avellinese.

La sentenza di proscioglimento ha restituito rispettabilità scientifica e professionale agli imputati, cancellando sospetti e falsità che non meritavano né il professor Taccone, biologo di fama, né il suo laboratorio, centro di eccellenza. Si auspica che i media diano il massimo risalto a questa decisione, che ha definitivamente eliminato dubbi e falsità.

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