Il Comune di Avellino ha deciso di prendere una posizione forte nella lotta contro l’inquinamento atmosferico emettendo un’ordinanza che vieta completamente l’abbruciamento dei residui derivanti dalle attività agricole sull’intero territorio comunale. Questa decisione è stata presa in risposta ai dati preoccupanti relativi allo stato di salute dell’aria avellinese, registrati dalle centraline di monitoraggio dell’Arpac, che continuano a segnalare la presenza massiccia di polveri sottili in sospensione. Questo quantitativo ha superato più volte il limite massimo tollerabile stabilito dalla legge.

Da questo momento fino al 30 giugno 2024, chiunque venga sorpreso a bruciare residui vegetali nei terreni, anche se incolti, appartenenti all’area del comune capoluogo, sarà sanzionato. Le sanzioni pecuniarie potranno variare da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro. Saranno inoltre effettuate verifiche periodiche sull’inquinamento atmosferico al fine di valutare la necessità di prendere provvedimenti aggiuntivi.

Questa misura arriva a tre giorni dalla scadenza di un’altra ordinanza che vietava gli abbruciamenti sul suolo avellinese, ma che era stata emanata per prevenire il rischio di incendi durante l’estate. Con questa azione, l’Amministrazione comunale riconosce ufficialmente le problematiche legate alla presenza di particolato in sospensione nel cielo cittadino. Nella nuova ordinanza vengono richiamati gli sforamenti giornalieri, in particolare quelli registrati durante il mese di settembre e collegati ai roghi agricoli durante la raccolta delle nocciole. Questa situazione persiste ancora oggi, tanto che l’intera valle dell’Avellinese è coperta da una foschia generata da polveri e fumo.

Nonostante questa regolamentazione rappresenti sicuramente un passo avanti verso una maggiore attenzione per l’ambiente, sarà necessario passare dalla teoria alla pratica, effettuando controlli più accurati e diffusi. Durante il mese scorso, nonostante il divieto in vigore, l’orizzonte di Avellino non è stato risparmiato dalle fumarole e i polmoni dei cittadini ne hanno risentito.

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