Nessuno sconto se non quello previsto dal rito. La Procura ha deciso di essere inflessibile nei confronti dei due fidanzati salernitani accusati di stuprare una 19enne dopo una serata in discoteca il 31 agosto dell’anno scorso. Ieri si è svolta l’udienza davanti al collegio della terza sezione penale, presieduto da Passaro, nel contesto del processo abbreviato condizionato a carico dei due imputati accusati di violenza sessuale di gruppo. Il pubblico ministero ha chiesto 8 anni e 10 mesi di reclusione per P.P., 35enne che si trova in custodia cautelare dallo scorso gennaio, e 5 anni e 4 mesi per T.C., 22enne agli arresti domiciliari. Dopo la requisitoria del magistrato, ha preso la parola l’avvocato di parte civile, Claudia Pecoraro, referente del centro antiviolenza “Leucosia” di via Patella gestito da “Differenza Donna”. Infine, l’avvocato Gianluca Salzano, difensore della ragazza, ha sostenuto la tesi dell’assenza di violenza e ha chiesto l’assoluzione. L’udienza è stata rinviata al prossimo 13 ottobre, quando arriverà la sentenza dopo l’arringa dell’avvocato Agostino Allegro. Secondo la Procura, entrambi i fidanzati sono accusati di violenza sessuale di gruppo, ma non avrebbero avuto le stesse responsabilità. Lo stupro sarebbe stato commesso materialmente dal 35enne, già noto alle forze dell’ordine per altri reati, mentre la 22enne avrebbe concorso “moralmente” al reato. La violenza sarebbe avvenuta a casa della 22enne, come dimostrato dalle telecamere presenti nella zona. Dopo una serata trascorsa in una nota discoteca della Costa sud di Salerno, i due fidanzati hanno portato l’amica nella camera da letto, dove la 22enne l’ha spogliata e il 35enne ha abusato di lei mentre la fidanzata guardava indifferente e dava il suo consenso alle richieste sessuali esplicite del fidanzato. La vittima, a causa dell’alcol consumato durante la serata, non era lucida. Il processo si basa proprio sull’elemento del consenso o del rifiuto da parte della vittima. Le accuse contro i due fidanzati sono supportate da una registrazione telefonica effettuata dalla vittima, che il giorno successivo ha chiamato l’amica per chiedere spiegazioni. Nella telefonata, che è stata inclusa nel fascicolo, l’imputata prima afferma di non ricordare nulla, poi, sotto pressione dell’amica, afferma di ricordare solo che erano tutti insieme sul letto. Ci sono anche alcuni messaggi in cui l’imputata chiede alla vittima di mantenere il silenzio: “Spero che ciò che è successo rimanga qui, come ti ho detto”. Secondo il gip, che ha firmato la richiesta di giudizio immediato, dalle indagini emerge la piena credibilità e attendibilità della vittima.

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