Il giornalista Oliviero Beha (1949-2017)

In questi giorni, l’attenzione dei media nazionali e locali si è concentrata sui rischi gravissimi derivanti dalla mancanza di un piano di evacuazione per centinaia di migliaia di persone nell’area compresa tra il Vesuvio e Pozzuoli, nel caso in cui si verificassero scosse telluriche o un’eruzione vulcanica. Le recenti scosse, anche se non catastrofiche, hanno riportato alla luce un problema già noto alla popolazione e alle autorità locali, regionali e nazionali. È emerso che manca un piano strategico nazionale che possa garantire almeno i minimi livelli di sicurezza per i 700mila residenti nell’area del Vesuvio e per oltre un milione di persone che vivono tra Pozzuoli, Napoli e le zone circostanti.

Tuttavia, nessuno ha ricordato ciò che il grande giornalista Oliviero Beha (1949-2017) fu in grado di fare con alcune storiche trasmissioni radiofoniche e televisive. Programmi come Fluff, Un terno al lotto, Raio Zorro, Radio Zorro 3131, Video Zorro, Videosapere, Radioacolori e Beha a colori, trasmessi dalla Rai, vennero puntualmente cancellati perché troppo audaci. Beha fu costretto a fare causa alla televisione di Stato per “demansionamento”.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entri Oliviero Beha con le discussioni attuali sull’evacuazione tra Pozzuoli e il Vesuvio. Vi racconto cosa accadde in una delle prime trasmissioni di Radioacolori del 1998. Era un sabato mattina e Beha chiamò in diretta telefonica, inaspettatamente, uno dei comuni vesuviani dove il giorno prima si era svolto un importante convegno sul fantomatico “piano di evacuazione” per almeno 700mila persone in caso di eruzione del Vesuvio. Non cito il nome del comune perché non ne sono sicuro, ma era uno dei comuni situati vicino al vulcano.

Per ragioni di spazio, riporto solo alcuni stralci di quella lunga telefonata tra il giornalista e un usciere/telefonista del comune:
– “Pronto, sono Oliviero Beha di Radioacolori della Rai, può passarmi il sindaco perché devo chiedergli alcune notizie sul convegno di ieri?”
– “Come? Chi siete? Non ho capito.”
– “Sono Beha, il giornalista della Rai. C’è il sindaco o un assessore o il funzionario addetto alla protezione civile?”
– “Ma allora non volete capire! Qui non c’è nessuno, è sabato, è tutto chiuso.”
– “Va bene, ma ieri si è svolto o no un convegno sul piano di evacuazione in caso di eruzione?”
– “Ancora, io non so niente di niente, e qui non c’è nessuno.”
– “Ok, ma in caso di eruzione lei cosa farebbe?”
– “Io che farei? Scapperei!”
– “E verso quale direzione?”
– “Direzione? Ma che è sta cosa? Io scappo e basta.”

Ovviamente, Beha parlava in un perfetto italiano incalzante, mentre l’usciere rispondeva in dialetto napoletano.

Prima di chiudere la trasmissione radiofonica, Oliviero Beha descrisse uno scenario devastante con decine di migliaia di napoletani che si sarebbero riversati nel varesotto senza un piano, dopo l’eruzione. Un’immagine che descriveva sinteticamente quanto segue: “Una coppia di anziani sta dormendo placidamente al primo piano della propria villetta quando vengono svegliati da un vociare intenso e rumoroso proveniente dal giardino sottostante. I due vecchietti si affacciano al balconcino e vedono il giardino invaso da decine di persone. Un bambino grida ‘mamma devo fare la pipì’, e la mamma risponde prontamente ‘bella a mamma falla qua’. I vecchietti dall’alto vedono il bambino urinare sul portoncino d’entrata…”.

Oggi, dopo tanti anni, si riparlerà del piano di evacuazione in Consiglio dei Ministri. Saranno solo chiacchiere o finalmente si prenderanno provvedimenti concreti?

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