La sentenza per Luigi Vitale, membro attivo del clan Sangermano, è prevista per il 9 novembre, dopo la discussione dei suoi difensori Gaetano Aufiero e Francesco Maffettone. Il pubblico ministero del tribunale di Nola, Raimondi, ha chiesto 8 anni di reclusione per Vitale. Secondo l’accusa, Vitale e Paolo Nappi, detto Papino, avrebbero avvicinato un imprenditore nel 2010 minacciandolo con una pistola e chiedendo 60mila euro su ordine di Agostino Sangermano. Successivamente, fu organizzato un incontro per risolvere la questione, durante il quale un collaboratore di giustizia affrontò Sangermano e gli disse di non fare estorsioni, in quanto era amico di Biagio Cava. Vitale e Nappi avrebbero poi minacciato il titolare dell’impresa di impiantistica, chiedendo 15mila euro per il loro intervento. Durante l’interrogatorio di garanzia, Vitale ha respinto le accuse, cercando di chiarire la sua posizione. È importante sottolineare che Vitale è già stato coinvolto in un processo sulle connivenze tra il clan e gli amministratori del comune di Pago del Vallo di Lauro, venendo condannato in primo grado a 7 anni di reclusione, poi ridotti a sei anni e 8 mesi in appello per un episodio di estorsione nei confronti di un imprenditore edile di nome Patrizio Donnarumma.

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