Processo per omicidio neonata gettata dal balcone a Roccapiemonte nel 2020

È iniziato il processo per omicidio nella Corte d’Assise di Salerno, riguardante il tragico caso della neonata gettata dal balcone a Roccapiemonte nel 2020. Il tribunale ha ascoltato i periti nominati per svolgere una consulenza sulla donna, una 45enne, che al momento dei fatti è stata dichiarata “incapace di intendere e di volere”. Uno dei quesiti posti riguarda anche la sua capacità di stare in giudizio. Pertanto, l’imputata potrà sostenere il dibattimento insieme al marito.

I fatti risalgono al 2 settembre 2020 e il processo si è aggiornato a gennaio, quando saranno sentiti una serie di testimoni della procura, appartenenti alla compagnia di Mercato San Severino e alla stazione di Castel San Giorgio, che hanno svolto tutti gli accertamenti e le indagini del caso. Secondo l’ipotesi della procura di Nocera Inferiore, la neonata è stata lanciata dal secondo piano della casa. L’indagine è iniziata dopo la scoperta del corpo della piccola, trovato in una siepe di un condominio di Roccapiemonte. Non è mai stato chiarito chi sia stato l’autore del gesto, anche se la procura ha disposto il fermo dell’uomo, successivamente liberato dal gip per mancanza di elementi probatori. Questa situazione si è ripetuta una seconda volta, sempre a causa della mancanza di prove specifiche e prove insufficienti.

Dall’autopsia effettuata sul corpo della neonata, si è appreso che la piccola avrebbe vissuto, subito dopo il parto, non più di un’ora. La causa del decesso è stata attribuita a un trauma cranico. Sarà il dibattimento a chiarire, ora, le presunte responsabilità dei due imputati.

Questo caso ha destato grande indignazione e commozione nell’opinione pubblica. È importante che la giustizia faccia il suo corso e che vengano individuate le responsabilità in modo da fare luce su questa tragica vicenda. La vita di una neonata è stata spezzata e la società non può restare indifferente di fronte a un gesto così crudele. Ora spetta al tribunale valutare le prove e pronunciare un giudizio equo, garantendo così giustizia per la piccola vittima e per la sua famiglia.

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