Quando ieri sono arrivati nel mio studio, il genitore era spaventato perché temeva che il figlio rimanesse senza lavoro e senza prospettive. La questione era legata ai 240 giorni della clausola sociale e alla decisione del giudice sull’esecutività retroattiva.

Il caso che affrontiamo questo mese riguarda un lavoratore, ma anche suo figlio. Sebbene il protagonista della vicenda sia il figlio, il padre gioca un ruolo importante in questa storia. Ricordo ancora il giorno di metà settembre di qualche anno fa quando i due si presentarono nel mio studio per raccontarmi cosa fosse accaduto loro. Inizialmente sembrava la solita situazione in cui un lavoratore, con mansioni di operatore ecologico, impiegato da una società appaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani di un Comune, non veniva assunto dalla nuova società dopo il subentro.

Tuttavia, ciò che rendeva la situazione più interessante e diversa dalle altre era il fatto che il padre fosse stato impiegato nello stesso cantiere in passato e che solo dopo il suo pensionamento fosse stato assunto il figlio, senza che ciò fosse stato formalizzato. Inoltre, il lavoratore era stato assunto a tempo determinato e solo dopo l’aggiudicazione dell’appalto alla nuova società l’uscente aveva trasformato il rapporto in un contratto a tempo indeterminato. La società subentrante contestava che il lavoratore non fosse un’unità storicamente addetta al cantiere e non facesse parte delle unità per le quali il Comune pagava il servizio. Inoltre, sottolineavano che l’assunzione a tempo determinato era avvenuta solo pochi giorni prima del passaggio di cantiere, quindi non procedevano all’assunzione del lavoratore.

Il padre, nel raccontare la vicenda, piangeva. Era malato di cuore e temeva che se mancasse lui, il figlio sarebbe rimasto solo senza lavoro e incapace di provvedere a sé stesso. Io avevo già fatto una promessa a un padre malato, mio padre. In quell’occasione, anche se avevo mantenuto la promessa, non avevo potuto vedere la sua soddisfazione negli occhi perché era venuto a mancare prima.

Questa volta non sarebbe successo. Abbiamo presentato un ricorso in tribunale chiedendo il riconoscimento del diritto del lavoratore ad essere assunto a tempo indeterminato dalla società subentrante. Alla fine del processo, il Tribunale di S. Maria C.V., rappresentato dal Giudice Unico Francesca Stefanelli, ha accolto le tesi del lavoratore, basandosi sul carattere precettivo dell’articolo 6 del CCNL Igiene Ambiente, che prevede la clausola sociale secondo cui l’impresa subentrante assume tutto il personale addetto al cantiere in via ordinaria o prevalente. Il Tribunale ha riconosciuto il diritto del lavoratore ad essere assunto dalla società subentrante, in quanto la permanenza ordinaria del lavoratore sul cantiere per i 240 giorni previsti dalla norma contrattuale era stata provata dalla documentazione agli atti. Inoltre, il lavoratore aveva sostituito un’altra unità storicamente addetta al cantiere (il padre), quindi si era verificata una variazione di organico conforme all’articolo 6 del CCNL Igiene Ambientale.

Inoltre, la trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, avvenuta entro i 240 giorni precedenti il passaggio, aveva effetto retroattivo secondo i cedolini paga, che riportavano sempre la data iniziale di assunzione del 7 settembre 2020. Non c’erano prove significative della volontà delle parti di operare diversamente, poiché le mansioni non erano cambiate e il lavoratore non aveva ricevuto le spettanze di fine rapporto.

Per tutti questi motivi, al lavoratore è stato riconosciuto il diritto di essere assunto dalla società subentrante e di ricevere tutte le retribuzioni maturate dalla data del licenziamento fino alla effettiva costituzione del rapporto.

Ora, il lavoratore ha un posto di lavoro a tempo indeterminato nel cantiere rsu del Comune di San Prisco, con la possibilità di passare alle dipendenze delle società future che otterranno l’appalto. Il padre è un uomo sereno e felice e mi ha abbracciato. Missione compiuta.

Nella vostra vita quotidiana, fate sempre ciò che vi rende felici e ricordatevi di abbracciare le persone che amate, ma quando si tratta di lavoro, rivolgetevi a un bravo avvocato!

-A cura dell’avvocato Delia Orsillo

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