Il clan Sangermano non esiste, secondo il penalista Nicola Quatrano che difende il presunto capoclan Agostino Sangermano. Quatrano ha sostenuto che l’inchino mafioso della statua della Madonna davanti all’abitazione dei fratelli Sangermano è stata solo una suggestione del parroco Don Fernando Russo e dei collaboratori di giustizia Aniello Acunzo e Marcello Di Domenico, che sono considerati inattendibili. Durante l’arringa davanti al Gup del Tribunale di Napoli Chiara Bardi, Quatrano ha evidenziato che non esiste una sentenza che abbia stabilito l’esistenza del clan Sangermano prima dell’attuale contestazione. Quatrano ha anche sottolineato che i collaboratori di giustizia non parlano dell’esistenza di un clan o di un gruppo, ma solo di una persona, Carmine Sangermano, che era affiliato alla NCO di Raffaele Cutolo. Inoltre, Quatrano ha affermato che non c’è nessuna prova che Agostino Sangermano sia stato compare di cresima di Foglia Giuseppe, come sostenuto dall’accusa. La difesa ha anche dimostrato che la statua della Madonna durante la processione non era rivolta verso l’abitazione dei Sangermano e che il mutamento di programma non è stato deciso dalla famiglia stessa. Quanto ai collaboratori di giustizia, la difesa li ha definiti inaffidabili, sottolineando che le informazioni fornite da loro sono generiche, prive di riscontri e contraddittorie. La prossima udienza sarà dedicata all’arringa del penalista Raffaele Bizzarro, che difende anche altri imputati del processo.

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