Due dipendenti del Comune di Volturara sono stati assolti dall’accusa di peculato, ma è stata dichiarata la prescrizione per le accuse di falso e simulazione di reato. Dopo dieci anni dai fatti contestati e otto anni di istruttoria dibattimentale, i giudici del Tribunale Collegiale di Avellino hanno scagionato i due dipendenti, addetti all’Anagrafe del Comune di Volturara. Non è stato provato alcun peculato da parte loro. Ironia della sorte, l’inchiesta era nata proprio a seguito della denuncia di uno dei dipendenti per un furto avvenuto negli uffici comunali. Tuttavia, per gli inquirenti si trattava solo di una simulazione di reato. Dopo una lunga istruttoria dibattimentale, tutte le accuse sono cadute. La Procura aveva richiesto una condanna a sei anni di reclusione. Secondo quanto emerso grazie ad alcuni documenti prodotti dagli avvocati dei due imputati, sono state escluse tutte le accuse. Le varie contestazioni riguardavano l’appropriazione di somme di denaro per il rilascio di carte di identità e certificazioni anagrafiche. La difesa ha dimostrato l’assenza di errori o appropriazioni da parte dei dipendenti, producendo disposizioni normative in merito. Non è stata accertata alcuna responsabilità per il reato di simulazione di reato, ma è arrivata l’assoluzione per il capo precedente relativo al peculato. Inoltre, la difesa è riuscita a dimostrare un errore di omonimia contestato agli imputati. In sostanza, l’accusa di aver riportato un certificato di famiglia al posto di una carta di identità era basata su un dato errato. Lo stato di famiglia era stato effettivamente rilasciato dal Comune di Volturara a una donna che aveva lo stesso nome dell’interessata alla carta di identità. Questo perché il registro era nella disponibilità del segretario comunale.

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