Aldo Bianchini
L’ospedale di Bari
SALERNO – Ha suscitato scalpore il recente caso in cui l’Ispettorato del Lavoro ha emesso pesanti sanzioni contro tre primari dell’ospedale di Bari per aver accumulato molte più ore di lavoro straordinario rispetto a quelle ordinarie e per aver danneggiato altri medici che avrebbero potuto essere impiegati nel lavoro ospedaliero, che in quel periodo era particolarmente intenso a causa della pandemia.
Medici eroi e ispettori del lavoro idioti, o tutto il contrario? O forse i medici sono encomiabili al di là della burocrazia e gli ispettori sono encomiabili per aver rispettato pienamente le regole del gioco stabilite dalle leggi, che solo i medici hanno violato?
Ognuno, ovviamente, può dare le proprie risposte personali; io cercherò di dare e scrivere le mie avendo a disposizione questo giornale online regolarmente registrato presso il Tribunale di Salerno.
Quindi cerchiamo di mettere un po’ di ordine; i medici, rispondendo al giuramento di Ippocrate, si sono sacrificati per il bene della salute pubblica, sapendo benissimo di violare le regole del gioco che il Ministero, anche in quella situazione di emergenza, non ha ritenuto necessario sospendere; gli ispettori, rispettando le leggi, hanno fatto fino in fondo il loro dovere, anche se forse, date le circostanze, avrebbero potuto adottare altre soluzioni che, pur rimanendo all’interno delle regole, avrebbero sicuramente dato un’impronta diversa di civiltà e correttezza a questa vicenda spiacevole.
Il fatto che oggi siano intervenuti addirittura il Presidente della Repubblica e il ministro del lavoro rappresenta solo una facciata, che ha portato all’annullamento delle sanzioni, ma non ha cambiato le regole; regole che la ministra Marina Calderone (già presidente nazionale dell’Ordine dei Consulenti) conosce bene e invece di affrontare e correggere, perde tempo con dichiarazioni che non portano a nulla.
Ma cosa avrebbero potuto fare gli ispettori del lavoro per fare comunque il loro dovere senza incorrere nelle possibili critiche penali di qualche giudice irresponsabile?
Non sono un giurista, ma posso raccontare come mi sono comportato personalmente diversi anni fa.
Nel 2000, facevo parte di un gruppo ispettivo speciale (Ispettorato del Lavoro, INPS, INAIL, ASL e Guardia di Finanza) per controlli straordinari sulle imprese del settore edile. In quell’occasione, il Ministero sorteggiò una piccola impresa artigiana (con solo tre dipendenti e sede a Tardiano di Montesano sulla Marcellana) perché si sospettava un consumo eccessivo di energia elettrica nel cantiere; al termine del controllo, completato nello studio del dottor Giovanni Borgia (consulente-commercialista di Sala Consilina), emerse un’evasione di 15 lire, sì proprio 15 vecchie lire, che metteva a rischio l’applicazione legittima degli sgravi contributivi, con conseguente denuncia penale. Cercai di far capire che era eccessivo verbalizzare immediatamente e che si poteva chiedere ai superiori se fosse opportuno punire in quel modo (si sarebbero arrivati a una multa di dieci milioni di vecchie lire). Ma niente da fare, un mio collega ispettore mi disse apertamente: “Io faccio il mio dovere, non so cosa tu voglia fare”. Un idiota, allora e adesso; non firmai il verbale e insistetti affinché venisse inserita una mia nota esplicativa, che alla fine risolse positivamente la situazione per il piccolo imprenditore.
Ancora oggi mi pongo la domanda: “Cosa significa fare il proprio dovere: essere ostinatamente burocratici o semplicemente idioti?”, una domanda che l’Ispettorato del Lavoro di Bari, prima di notificare il verbale ai tre primari ospedalieri, sicuramente non si è posta.

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