La gestione “disinvolta” da parte di sette persone, tra cui un ex sindaco e assessori, avrebbe causato danni economici al Comune di Caivano, contribuendo al dissesto finanziario dichiarato nel 2016. Questa gestione avrebbe creato un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata. Ora, queste sette persone sono state messe sotto accusa e sono state chieste sanzioni per un totale di 256mila euro e un’interdizione dagli incarichi pubblici per 10 anni.

L’indagine è stata coordinata dalla Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Campania. I Carabinieri del Comando Compagnia di Caivano hanno dato esecuzione alla notifica ai sette ex amministratori del comune di Caivano, per il periodo compreso tra il 2006 e il 2015, del ricorso per responsabilità sanzionatoria conseguente al dissesto finanziario dell’ente, deliberato dal Consiglio comunale nel 2016.

Le complesse indagini delegate dalla Procura, assistite dalla documentazione contabile e da consulenze tecniche specialistiche, hanno suffragato l’ipotesi di responsabilità dei suddetti amministratori locali. Secondo l’accusa, con le loro condotte scriteriate e la disinvolta gestione dei soldi pubblici, avrebbero portato al tracollo finanziario del Comune di Caivano, creando un terreno favorevole alla criminalità organizzata e alimentando un clima di illegalità. Alcune delle accuse mosse includono la riscossione quasi inesistente, debiti fuori bilancio e gestione illegale degli appalti.

Inoltre, alcuni degli ex amministratori dovranno giustificare presunte irregolarità nella gestione degli alloggi popolari del “parco verde” di Caivano, per cui alcuni ex politici sono già stati condannati dalla Corte dei Conti. La Procura della Corte dei Conti ha chiesto per i sette la condanna alla sanzione pari a 20 volte l’importo dell’indennità di carica percepita, per un totale di 256.059,60 euro, oltre all’interdizione dagli incarichi pubblici per 10 anni. L’udienza di discussione del ricorso sarà celebrata a gennaio.

I destinatari delle richieste dei pubblici ministeri sono l’ex sindaco Antonio Falco, per il quale si chiede la condanna al pagamento di 69.205,2 euro, e gli ex assessori Francesco Casaburo, Bartolomeo Perna, Enzo Pinto, Vincenzo Semonella, Antonio De Rosa e Giulio Di Napoli, per i quali si chiede la condanna al pagamento di 31.142,4 euro ciascuno. Per tutti e sette gli ex amministratori pubblici, i pm hanno chiesto la sanzione massima consentita dalla legge, pari a venti volte l’indennità di carica percepita, per un totale complessivo di 256.059,6 euro. L’udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel gennaio 2024.

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