Si è conclusa con un’assoluzione la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Malik Donkor, l’operatore del Centro Sociale ex Canapificio di Caserta. L’uomo era stato accusato di aver sottratto denaro ai richiedenti asilo e ai rifugiati che facevano parte del progetto Sprar, oltre a appropriarsi delle spese relative all’abbigliamento.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Vitale della Terza Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il quale ha stabilito che “il fatto non sussiste”. Malik era stato denunciato e licenziato da altri attivisti dell’ex Canapificio, ma successivamente aveva querelato l’associazione per gli stessi motivi, ovvero la cattiva gestione dei fondi Sprar.

Il processo si è protratto per oltre 4 anni e si è concluso oggi, con l’innocenza di Malik. Anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione durante l’udienza.

Questa vicenda mette in luce l’importanza di una gestione trasparente e corretta dei fondi destinati ai migranti e ai rifugiati. È fondamentale che le risorse vengano impiegate nel modo corretto per garantire un’accoglienza dignitosa e adeguata a chi si trova in una situazione di vulnerabilità.

È auspicabile che episodi come questo non accadano più e che si ponga sempre maggiore attenzione alla corretta gestione delle risorse destinate alle persone che fuggono da situazioni di guerra e persecuzione. Solo così si potrà garantire loro una possibilità di integrazione e di costruzione di una nuova vita nel nostro Paese.

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