Le accuse relative all’inchiesta sul clan Sparandeo sono state ridimensionate. Ci sono state tre condanne, due decisioni di “non doversi procedere” e una serie di assoluzioni. L’aggravante camorristica è stata esclusa. Arturo Sparandeo, 41 anni, è stato condannato a 1 anno e 6 mesi, mentre Veronica Citarella, 43 anni, e Maria Intorcia, 50 anni, hanno ricevuto una pena di 1 anno, sospesa. Queste tre persone sono state riconosciute responsabili di falso in relazione a una richiesta presentata alla fine del 2016 per un alloggio temporaneo assegnato a un’anziana. Floreano Santamaria, 60 anni, è stato assolto dall’accusa perché non ha commesso il fatto.
Inoltre, è stata applicata la formula del “non doversi procedere” per Arturo e Corrado Sparandeo, 66 anni, in quanto erano già stati giudicati per associazione a delinquere di stampo camorristico. Maria Intorcia e Maurizio Zampino, 50 anni, sono stati assolti perché il fatto non sussiste, mentre Arturo Sparandeo, Corrado Sparandeo, Gabriele De Luca, 35 anni, Stanislao Musco, 46 anni, e Carmine Morelli, 63 anni, sono stati assolti dalle accuse di false dichiarazioni e estorsioni.
Questa decisione ha portato a un ridimensionamento delle accuse nei confronti del clan Sparandeo. Le condanne sono state limitate e molte persone sono state assolte. È importante ricordare che l’inchiesta ha riguardato il coinvolgimento di queste persone in attività illegali legate alla camorra. Tuttavia, il tribunale ha stabilito che alcune delle accuse non erano sufficientemente provate o che i fatti non sussistevano. Questo dimostra l’importanza di un processo giusto e basato su prove concrete. Nonostante il ridimensionamento delle accuse, è fondamentale continuare a combattere la criminalità organizzata e garantire che la giustizia sia fatta.