La vendita di droga nel rione 219 di Brusciano, a Napoli, ha avuto conseguenze devastanti sulla formazione culturale e morale dei bambini presenti. Questo è quanto affermato nell’ordinanza del giudice che ha disposto il carcere per 35 persone coinvolte in questa attività illecita. Durante le indagini, i carabinieri hanno effettuato numerosi sequestri di droga e denaro proveniente dallo spaccio, arrestando circa 30 persone colte in flagranza di reato. In un’occasione, una donna carabiniere si è finta cameriera in un bar per consegnare caffè, riuscendo così ad arrestare alcuni spacciatori sul posto. Dopo l’arresto del boss Bruno Piacente, sembra che sua moglie Tiziana De Donato abbia preso il controllo dell’organizzazione della seconda piazza di spaccio più importante del Napoletano, dopo il Parco Verde di Caivano. Diverse donne, legate ai capi della piazza, sembrano aver gestito il business della droga in assenza dei mariti. Tutto ciò avviene in un territorio segnato da una faida aperta tra i clan Rega Piacente ed Esposito-Palermo, questione che il sindaco Giuseppe Montanile ha sollevato al Prefetto e alla Commissione Parlamentare Antimafia. I residenti del rione 219 di Brusciano erano letteralmente ostaggi degli spacciatori della camorra: i citofoni erano stati smontati e gli abitanti privati delle chiavi del portone, così dovevano chiedere il permesso agli spacciatori per entrare ed uscire. Una donna di nome Enza Cipriani avrebbe messo a disposizione la sua casa per permettere ai pusher di nascondersi durante i controlli delle forze dell’ordine, utilizzando il grido “Marco Marco” come segnale per la fuga. Sono stati ricostruiti anche gli stipendi degli spacciatori: per 8 ore di lavoro ricevevano 100 euro, che diventavano 120 euro in caso di straordinari.