Vincenzina Dipino è tornata a Ravello dopo aver scontato parte della sua condanna per l’omicidio di Patrizia Attruia. Con una condanna definitiva di quattordici anni e due mesi, Enza sconterà i restanti tre anni in affidamento in prova al servizio sociale. Vivrà presso l’abitazione del suo cugino, proprietario di una struttura extralberghiera, dove lavorerà come colf. In questi otto anni e mezzo, Enza e i suoi fratelli si sono battuti strenuamente per dimostrare la sua innocenza. L’unica restrizione che avrà sarà l’obbligo di rimanere a casa dalle 20:00 alle 7:00 del giorno successivo.
La relazione di sintesi del Tribunale di Sorveglianza di Salerno ha evidenziato che Enza si è comportata in modo esemplare durante la sua permanenza in carcere. È stata sempre disponibile, educata e rispettosa dei ruoli, riuscendo a integrarsi bene con le altre detenute. Ha dimostrato capacità cognitive adeguate durante i colloqui con gli operatori penitenziari. Durante la sua permanenza in carcere, ha frequentato un istituto alberghiero fino al terzo anno e ha lavorato con impegno e responsabilità per le pulizie degli ambienti dirigenziali della casa circondariale. Questo le ha permesso di ottenere numerosi permessi.
Enza è figlia di genitori adottivi e ha vissuto in un orfanotrofio fino all’età di nove anni, quando è stata adottata da una coppia di Ravello. I suoi genitori, una madre casalinga e un padre contadino, non le hanno mai fatto mancare nulla tranne la libertà. Enza si è resa conto di questa mancanza solo da adulta. Ha frequentato la scuola dell’obbligo e successivamente si è dedicata alla cura della casa, della terra e degli animali. Dopo la morte dei genitori, ha iniziato a conoscere il mondo esterno, uscendo dal suo lungo isolamento sociale.
Nell’inverno del 2015, ha accolto in casa un ex compagno di scuola di nome Giuseppe Lima e la sua compagna Patrizia, che vivevano in una baracca in condizioni precarie. I tre hanno iniziato a convivere in un contesto di ambiguità relazionale. Enza aveva instaurato una relazione sentimentale con Peppe tra le mura domestiche. Patrizia ha scoperto la relazione e dopo un’ennesima lite è stata uccisa da Peppe, subendo violente percosse e strangolamento atipico per pressione laringea con un oggetto contundente. Il cadavere è stato nascosto in una cassapanca all’interno dell’abitazione. La morte di Patrizia è stata dichiarata solo il 27 marzo. Enza, influenzata da Lima, si è addossata tutte le colpe e lui è stato condannato alla stessa pena. Lima è morto il 6 ottobre scorso a causa di una grave malattia.