L’Alluvione che ha colpito Casamicciola alta il 26 novembre 2022 rimarrà per sempre un evento tragico nella memoria di coloro che l’hanno vissuta. Le 12 persone che hanno perso la vita in quell’occasione hanno lasciato un segno indelebile nei cuori dei sopravvissuti, che oggi possono raccontare con grande dolore ciò che è accaduto un anno fa sotto i loro occhi.
Ida Trofa ricorda il rumore assordante della montagna che si è abbattuta su di loro e il fango ovunque. Quando è spuntato il giorno, hanno potuto vedere i corpi delle persone che non ce l’avevano fatta. Nicola Di Iorio è stato chiamato dal cognato perché c’era il caos in piazza. Poi è arrivata la seconda frana, ancora più violenta della prima, che ha portato giù automobili, massi, alberi, travolgendo muretti e pali della luce. Le scene erano così terribili da far rabbrividire.
In mezzo a questa morte e distruzione, ci sono persone come Giovanni Monti, che ogni giorno si recano nella parte alta del Celario per dare da mangiare e da bere agli animali. Vicino al Celario, una delegazione di volontari della Forio GB si è recata in una deserta piazza Maio per deporre un mazzo di fiori. Accanto a una baracca costruita nel 2017, sono conservati dei cimeli appartenuti ai soccorritori che sono arrivati in quel maledetto mattino del 26 novembre 2022. Ci sono le magliette dei Vigili del Fuoco, dei volontari della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine, accanto alla zappa con cui è stata trovata l’ultima vittima.
Accanto a questa baracca, le luci del Bar Monte sembrano voler mantenere accese le speranze di una popolazione che è stata colpita prima dal terremoto e poi dall’alluvione. Il Bar Monte è l’unica attività aperta in questo paese fantasma, dove ormai non vive più nessuno. Rappresenta un punto di riferimento e una speranza per noi. Non possiamo fare altro che inchinarci con immenso dolore al ricordo delle persone che hanno perso la vita quel maledetto 26 novembre 2022 e esprimere la nostra solidarietà ai sopravvissuti e agli sfollati, nella speranza che un giorno possano tornare alle loro case e ritrovare un po’ di normalità.
Gennaro Savio