Processo per la morte di Antonello Migliaccio: tre imputati accusati di omicidio colposo aggravato
Nel corso dell’udienza celebratasi dinanzi al giudice monocratico Giuseppe Meccariello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è emersa la testimonianza del responsabile servizio prevenzione e protezione della Multicedi, che ha affermato che i lavori all’interno dell’azienda non erano ancora iniziati al momento dell’incidente che ha causato la morte di Antonello Migliaccio.
Nella riunione preliminare con le ditte incaricate dei lavori e l’ingegnere Rossi, è stato redatto un documento unico di valutazione dei rischi interferenti, soggetto a modifiche. Le ditte avrebbero dovuto consegnare il piano operativo di sicurezza, ma alcuni di essi sono giunti solo dopo la tragedia.
Durante la riunione, sono state valutate solo le interferenze delle ditte all’interno della Multicedi, stabilendo solo il modo in cui mezzi e persone dovevano entrare nell’edificio. Non era previsto l’inizio dei lavori.
I tre imputati nel processo, Pietro Ragozzino, Salvatore Luiso e Gennaro Rossi, sono accusati di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Ragozzino è il legale rappresentante della società “Multicedi S.r.L.”, committente dei lavori e proprietario del capannone in cui si è verificato l’incidente. Luiso è il legale rappresentante della “Due Elle Multiservizi”, ditta a cui erano stati commissionati i lavori e che ha ordinato la manovra al dipendente Migliaccio. Rossi è il coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione.
L’accusa è scaturita dal grave incidente sul lavoro in cui Antonello Migliaccio è rimasto coinvolto il 4 marzo 2019 presso la sede dello stabilimento Multicedi di Pastorano. A seguito di politrauma con lesioni multiple, l’operaio è deceduto quattro giorni dopo in ospedale.
Durante i lavori all’interno della Multicedi, Migliaccio era alla guida di un sollevatore elettrico per conto della ditta “Due Elle Multiservizi”. Durante una manovra di retromarcia, il mezzo è precipitato nel vuoto, causando la morte dell’operaio.
Il testimone ha sottolineato che i lavori non avrebbero dovuto ancora iniziare a causa della tardiva comunicazione dei piani operativi delle ditte coinvolte. Ciò ha evidenziato un difetto di comunicazione tra le ditte presenti nell’area di cantiere.
L’udienza riprenderà nel mese di gennaio per l’audizione dei testimoni della difesa degli imputati Ragozzino e Luiso. Gli avvocati degli imputati, delle parti civili e del responsabile civile sono impegnati nel collegio difensivo.