Mamma Filomena e sua figlia Crystal, tre chili di pura gioia, stanno bene e hanno lasciato insieme l’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore per tornare a casa, a Cava de’ Tirreni, dove quest’anno il Natale sarà ancora più bello e speciale. La cosa straordinaria è che la donna ha dato alla luce sua figlia in casa e solo dopo, insieme alla sua secondogenita, si è recata in ospedale per i controlli e il ricovero di routine. È stato tutto così rapido che il tempo necessario per raggiungere la sala operatoria sarebbe stato troppo rischioso. La giovane donna, alla sua seconda gravidanza, si trovava a casa quando, improvvisamente, le si sono rotte le acque. I tempi erano giusti: erano trascorse esattamente quaranta settimane per la gestante. La piccola nel grembo forse aveva il desiderio di godersi il suo primo Natale tra le braccia di mamma e papà. Con contrazioni regolari sempre più intense, la bambina si è messa in posizione, ha spinto, aveva fretta di venire al mondo. Quando è arrivata l’ambulanza allertata dal 118, era troppo tardi, mamma e figlia erano in codice rosso, salire sul mezzo sarebbe stato troppo rischioso per entrambe le loro vite. In pochi secondi è stata presa la decisione: il medico Antonio Borri, specialista in medicina d’urgenza, l’infermiera Chiara Incanto e l’autista Amedeo Loffredo hanno deciso di aiutare la donna a partorire a casa. A questo team si è aggiunta un’altra figura importante, sotto molti punti di vista.

A far nascere la bambina nel calore delle mura domestiche c’era anche la nonna materna Giovanna, che con il suo sostegno morale e la sua esperienza ha saputo tranquillizzare sua figlia, conducendola per mano durante un parto che non dimenticherà facilmente. La paura, infatti, si è unita alla meraviglia di un momento unico che rimarrà impresso nella loro memoria per sempre e le unirà ancora di più. Mentre la valigia che normalmente si prepara qualche settimana prima del parto era già pronta davanti alla porta, la nonna si è improvvisata levatrice per sua nipote, forse riprendendo le tecniche di routine degli anni ’50. È corse a prendere tutto ciò che serviva, mentre i medici accompagnavano gli ultimi secondi del travaglio. Silenzio assoluto per pochi istanti e poi il pianto inconfondibile di una nuova vita. È nata. Sta bene. La gioia è condivisa, anche da coloro che non avrebbero mai immaginato un turno in ambulanza del genere. Avvolta in un enorme telo bianco, la piccola si addentra nel calore delle braccia di tutti coloro che hanno contribuito alla sua nascita e hanno tirato un grande sospiro di sollievo. Le ultime braccia sono quelle della mamma, commossa e felice che tutto sia andato per il meglio. Accanto a lei, ovviamente, c’è la nonna.

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