L’allarme è stato lanciato dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, riguardo alle perquisizioni effettuate nella casa di reclusione di Carinola, in provincia di Caserta. Gli agenti, supportati da unità provenienti da Santa Maria Capua Vetere ed Avellino, hanno esaminato e perquisito ogni angolo della nuova sezione detentiva del carcere, trovando ben diciotto telefoni cellulari funzionanti e della droga.

Il segretario regionale per la Campania del Sappe, Tiziana Guacci, ha elogiato il lavoro di sinergia e squadra svolto dalla polizia penitenziaria, nonostante le difficoltà causate dalla carenza di personale. Ha inoltre rinnovato la richiesta di interventi concreti da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, come l’equipaggiamento dei reparti con strumentazione tecnologica all’avanguardia per contrastare l’uso indebito di telefoni cellulari e altre apparecchiature elettroniche da parte dei detenuti.

Anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha chiesto un “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso e uso di telefoni cellulari e droga in carcere. Ha sottolineato l’importanza di proteggere coloro che rappresentano lo Stato all’interno delle sezioni detentive, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria.

Nonostante le severe pene previste per l’ingresso e la detenzione illecita di telefonini nelle carceri, il fenomeno sembra ancora persistere. Capece ha sottolineato la necessità di adottare soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi in cui sono presenti detenuti, per impedire l’uso di telefoni cellulari e smartphone. Non è più accettabile trovare video e messaggi di detenuti nelle piattaforme social.

Il Sappe ha sottolineato l’urgenza di trovare soluzioni per il personale della polizia penitenziaria che opera nel carcere di Carinola e nelle altre strutture regionali. Il sindacato auspica un intervento dei vertici dell’amministrazione penitenziaria per garantire al meglio i compiti di sicurezza.

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