Siamo iniziati dalla Campania, e in particolare dalle province di Caserta e Napoli, perché sono luoghi simbolo delle ecomafie. Queste province sono responsabili del 13% dei reati a livello nazionale legati a questi fenomeni. Queste parole sono state pronunciate a Castel Volturno, presso la Scuola Forestale dei Carabinieri, dal presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, Jacopo Morrone. Alla riunione erano presenti anche il deputato casertano Gimmi Cangiano, i campani Francesco Emilio Borrelli e Carmela Auriemma del Movimento 5 Stelle, come Pietro Lorefice ed Eliana Longi. La Commissione ha iniziato oggi il suo tour tra Caserta e Napoli, visitando il sito di ecoballe di Taverna del Re, situato a Giugliano in Campania, al confine con il Comune di Villa Literno. Domani sarà la volta della discarica Lo Uttaro, per la quale lo Stato Italiano è stato multato di recente dall’Unione Europea a causa della mancata bonifica. L’obiettivo della Commissione è analizzare le criticità e segnalarle al Parlamento affinché si prendano azioni concrete e si traducano in norme, ma anche all’autorità giudiziaria.

“Le forze dell’ordine hanno fatto un grande lavoro tra Caserta e Napoli, e per questo motivo gli incendi di rifiuti si sono ridotti molto, passando dai oltre 2.000 del 2019 ai 500 di quest’anno. Un lavoro che deve continuare, perché è ora di dire basta a questo scempio”, ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, Jacopo Morrone, dopo aver ascoltato Ciro Silvestro, responsabile per il contrasto al fenomeno degli incendi di rifiuti in Campania, e il generale dei Carabinieri Andrea Rispoli, comandante dell’Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Durante le audizioni sono emersi i dati delle attività interforze, chiamate ‘action day’, realizzate almeno due volte a settimana nei comuni delle province di Caserta e Napoli. Questi controlli mirano solitamente alle piccole e medie imprese, spesso abusive, che sono quelle che inquinano di più, creando vere e proprie discariche lungo le strade delle due province, con i rifiuti abbandonati e poi dati alle fiamme. “Tra giugno e settembre di quest’anno – ha spiegato Morrone – ci sono stati 7.535 pattugliamenti per reati ambientali, con 53 attività economiche e sversatoi illeciti sequestrati, 87 denunciati per crimini contro l’ambiente e sanzioni per 4,6 milioni di euro”. Morrone, parlando a Castel Volturno, ha anche sottolineato la necessità di risolvere una volta per tutte il problema delle ecoballe, che dopo tanti anni sono ancora presenti a Taverna del Re, il sito nel comune di Giugliano che la Commissione ha visitato insieme all’impianto di ultima generazione della Cisa per lo smaltimento delle ecoballe. “Dai dati che ci hanno fornito – ha detto Morrone – l’impianto può smaltire 200.000 tonnellate all’anno. In pratica, l’ecoballa viene aperta e viene recuperata la parte in plastica e ciò che può essere riutilizzato. Una parte va al termovalorizzatore e alla fine del processo solo il 10-15% rimane rifiuto, che sappiamo essere portato al Nord Europa per lo smaltimento. Ci sono ancora troppi rifiuti che viaggiano”, ha concluso Morrone. La Commissione ascolterà durante i due giorni di tour nella Terra dei Fuochi i prefetti di Napoli Claudio Palomba e di Caserta Giuseppe Castaldo, oltre al direttore generale dell’Arpac Luigi Stefano Sorvino, e visiterà discariche come Lo Uttaro e altri siti inquinati.

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