La famiglia di Giulia Tramontano, la giovane di 29 anni incinta di 7 mesi che è stata uccisa lo scorso maggio a Senago, nel Milanese, si è riunita in Lombardia per ricevere l’Ambrogino alla memoria assegnato alla vittima di femminicidio. Alla cerimonia al teatro Dal Verme di Milano erano presenti i genitori, Franco e Loredana, la sorella e il fratello di Giulia, zii e cugini, oltre all’avvocato di famiglia, Giovanni Cacciapuoti. Durante la cerimonia, c’è stata molta commozione e sono stati ricordati momenti con la sorella. La famiglia di Giulia è sempre stata riservata, così come lei, che era una persona molto riservata e amava entrare nella vita delle persone in modo discreto, anche quando stava per dare la gioia più grande, dicendo che stava per diventare mamma. La sorella Chiara ha raccontato un aneddoto sull’annuncio della gravidanza: “Doveva venire a Napoli per festeggiare il mio dottorato di ricerca e disse a mamma che non sapeva quando dire a papà che sarebbe diventato nonno. La mamma le disse ‘quale occasione migliore di dirlo quando c’è tutta la famiglia’. Giulia rispose ‘non voglio rubare la scena a mia sorella che ha studiato per tanti anni, aspetterò un momento diverso’. Questa era mia sorella, anche quando doveva dare la notizia più felice alla sua famiglia”.
Per il padre, Franco, l’Ambrogino alla memoria di Giulia è anche un messaggio per tutte quelle persone che vengono dal sud con la speranza di realizzarsi, perché a Giulia purtroppo non è stato permesso. Il signor Tramontano è salito sul palco del Dal Verme insieme alla moglie per ricevere il riconoscimento in memoria della figlia. I coniugi, abbracciati dal sindaco Giuseppe Sala, hanno ricevuto una standing ovation dal pubblico del teatro. La madre, Loredana Femiano, visibilmente commossa, ha ringraziato Milano al termine della cerimonia. Anche il marito ha aggiunto che è stata una giornata molto importante per loro. La famiglia ha ricevuto in dono anche un dipinto raffigurante Giulia e ha approfittato del viaggio a Milano per tornare a Senago, la città dell’hinterland dove Giulia viveva ed è stata uccisa. È stato un momento molto toccante per loro, hanno avuto l’opportunità di incontrare il sindaco e la comunità di Senago, che ha raccolto numerosi oggetti, lettere e peluche a testimonianza di quanto questa vicenda abbia toccato le persone. Per quanto riguarda gli oggetti personali di Giulia, la famiglia dovrà ancora aspettare le condizioni legali per poter accedere all’appartamento di via Novella e recuperare gli oggetti e i ricordi della vita quotidiana di Giulia, inclusi gli indumenti e i vestitini di Thiago che purtroppo non sono mai stati utilizzati.

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