La vicenda che si sta consumando in questi giorni a piazzetta Nilo sta assumendo i contorni di un vero e proprio mistero. La statua antica eretta dagli alessandrini tra il II e il III secolo dopo Cristo è circondata da un nastro adesivo nero che è stato posizionato sulle tovagliette dei tavolini circostanti, nonostante un’ordinanza che preveda la loro rimozione.
Per capire meglio la situazione, è necessario fare un salto indietro nel tempo. Circa un mese fa, i residenti della zona hanno segnalato un abuso nei confronti della statua e dell’immagine della città. Accanto al basamento del monumento marmoreo, infatti, era stata installata una fila di tavolini provenienti da una pizzeria vicina e famosa. Le immagini di questo storico spazio trasformato in una sala da pranzo per consumare pizze fritte e altri cibi hanno fatto presto il giro del web, suscitando indignazione e proteste contro i gestori del locale. Questi, affermando di essere in regola con i permessi, hanno risposto alle accuse.
La questione è andata avanti per diverse settimane fino a ieri, quando il Suap (Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Napoli), dopo un’attenta verifica della polizia municipale, ha sanzionato l’abuso e ha ordinato ai ristoratori di rimuovere immediatamente i tavolini. Il permesso concesso alla pizzeria prevede l’occupazione di 15,20 metri quadrati di suolo pubblico, con tavoli e sedie da posizionare sul marciapiede di fronte all’ingresso del civico 14 di Piazzetta Nilo. Tuttavia, i controlli hanno rilevato una invasione di suolo pubblico di ben sei metri, proprio nello spazio accanto alla statua del Nilo. I funzionari del Comune hanno emesso una multa e hanno ordinato la rimozione dei tavolini.
Sembrava una vittoria dei cittadini contro l’occupazione abusiva di suolo pubblico, ma oggi a ora di pranzo i tavolini sono tornati al loro posto, ancora più prepotenti di prima. L’unica differenza è che sulle tovagliette di carta dei tavolini è stato applicato un pesante nastro adesivo nero che copre il nome dell’attività commerciale. Il Comitato Fatti di Napoletani Perbene, che ha presentato l’esposto che ha portato ai controlli e alla sanzione, ha dichiarato che sapeva che una sola denuncia non sarebbe bastata a far rimuovere definitivamente i tavolini. Affermano che il denaro non tiene conto della storia e che l’unica soluzione è continuare la loro battaglia per ottenere arredi pubblici adeguati a una statua così importante, che impediscano fisicamente l’inserimento dei tavolini.