Il 20 dicembre prossimo, la Corte di Cassazione si pronuncerà sulla definitiva confisca dei beni dei fratelli Pellini, valutati a 222 milioni di euro. Questo patrimonio include conti correnti, immobili, veicoli di lusso ed elicotteri confiscati a seguito di smaltimento illecito di rifiuti.

I tre fratelli, Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini, sono stati condannati in via definitiva a 7 anni di reclusione per il disastro ambientale a Acerra e in provincia. Nonostante la condanna, grazie a indulti e altri benefici, hanno scontato solo una parte della pena.

Nel 2017, il tribunale ha confiscato i loro beni, ritenuti il risultato di smaltimento illecito di sostanze nocive. La confisca è stata confermata sia in primo che in secondo grado, con i tribunali di Napoli e la Corte d’Appello che hanno respinto la richiesta di restituzione avanzata dai legali dei fratelli Pellini.

Gli ambientalisti esprimono preoccupazione per il ritardo della Corte d’Appello nel pronunciarsi sulla confisca in secondo grado, temendo che ciò possa consentire la restituzione dei beni ai Pellini. Le associazioni ecologiste della Terra dei Fuochi chiedono alle autorità giudiziarie un intervento tempestivo per evitare questa eventualità.

Padre Maurizio Patriciello, sacerdote della Terra dei Fuochi, spera che la Cassazione emetta una sentenza giusta e coraggiosa. Gli ambientalisti sottolineano che la restituzione dei beni sarebbe un oltraggio al popolo campano e un pericoloso precedente. Il deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, annuncia un’interpellanza parlamentare, chiedendo ai giudici di fare la cosa giusta per evitare una sconfitta dello Stato.

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