Un detenuto di origini romane ha appiccato un incendio nella sua cella nella Casa Circondariale di Avellino. Le fiamme e il fumo si sono rapidamente propagati, costringendo i detenuti a evacuare il reparto. Successivamente, il detenuto ha cercato di aggredire gli altri detenuti con un coltello rudimentale, ma è stato disarmato da un agente di polizia penitenziaria.

Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Sappe, ha elogiato il personale presente per la professionalità e il coraggio dimostrati. Inoltre, ha richiesto il trasferimento del detenuto ribelle in un istituto penitenziario fuori regione, in conformità alle ultime circolari dipartimentali.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha sottolineato la necessità di interventi urgenti e strutturali che ripristinino la legalità nel sistema penitenziario. Tra le proposte avanzate, Capece ha indicato l’espulsione degli stranieri detenuti in Italia, la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari e l’aumento delle assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria.

Il sindacato ha anche espresso solidarietà ai poliziotti penitenziari di Avellino, che lavorano quotidianamente in condizioni difficili e pericolose.

L’incidente di Avellino rappresenta l’ennesimo episodio di violenza all’interno delle carceri italiane. Secondo il Sappe, nel 2023 si sono verificati oltre 1.500 casi di autolesionismo, oltre 1.000 episodi di violenza tra detenuti e più di 100 aggressioni ai poliziotti penitenziari.

Le cause di questi fenomeni sono molteplici, ma tra le principali ci sono la carenza di personale, il sovraffollamento delle carceri e la presenza di detenuti con problemi psichiatrici.

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