La rapina al distributore di benzina di via Schiavone avvenuta nella notte di giovedì sembra essere uscita direttamente da un film americano. Tuttavia, gli investigatori della Squadra mobile, guidati dal vicequestore Gianni Di Palma, ritengono che ci siano ancora molti dettagli da chiarire.

Secondo la testimonianza della vittima, un rapinatore solitario vestito di nero e armato di pistola è entrato nell’ufficio dell’impianto Facom Gas, che era aperto. Ha costretto il dipendente a sdraiarsi a terra e, sotto la minaccia dell’arma, lo ha immobilizzato. Successivamente, ha preso l’incasso del giorno, stimato tra gli 8.000 e i 10.000 euro, e si è dato alla fuga, probabilmente a piedi.

Al fine di individuare il malvivente, la polizia sta visionando le registrazioni delle telecamere di sicurezza dell’impianto di distribuzione e di alcuni negozi nelle vicinanze. Secondo una prima ipotesi, il rapinatore sembrava conoscere bene il luogo e agire con precisione. Potrebbe essere a conoscenza dell’esistenza di un cospicuo incasso o potrebbe aver monitorato l’area per un certo periodo di tempo. L’analisi delle telecamere private potrebbe anche aiutare a individuare eventuali presenze sospette nei giorni e nelle ore precedenti.

Ancora una volta, le telecamere si rivelano un importante strumento per le indagini. Il dipendente ha dichiarato di non aver visto molto, poiché è stato costretto a tenere il viso rivolto a terra. Proprio questa settimana, il procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha sottolineato la necessità di aumentare il numero di telecamere sul territorio. Ha affermato che non è possibile affidare la sorveglianza del territorio ai privati e ha evidenziato come l’unico caso di reato irrisolto sia avvenuto in un luogo privo di impianti di videosorveglianza. Borrelli ha sottolineato che l’idea di garantire la sicurezza attraverso una presenza costante di polizia o carabinieri in ogni angolo della strada è irrealistica, mentre la presenza di telecamere rappresenta un occhio elettronico più efficace.

Il problema è che molte telecamere, anche dove sono presenti, non funzionano. Nonostante le promesse del Comune di aver ottenuto finanziamenti e di aver attivato gli impianti, la situazione non sembra essere migliorata. È necessario un intervento urgente per assicurare che le telecamere siano operative e possano svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione e nell’individuazione dei reati.

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