Il giornalismo militante è un fenomeno che ha raggiunto l’apice con la stretta sul reclutamento di minori come manovalanza per la camorra. Un giornale ha addirittura titolato “Meloni arresta i bimbi”, una frase che suscita indignazione e che dimostra quanto sia distorta la realtà. Mi auguro che il direttore di quel giornale un giorno possa incontrare la famiglia di Giovanbattista Cutolo, un bravo ragazzo ucciso a Napoli solo perché aveva chiesto a uno di quei minori di spostare i motorini. Questo episodio tragico dimostra quanto sia urgente e necessario combattere il fenomeno del reclutamento di minori da parte della criminalità organizzata. La chiusura di Atreju, il programma di Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni, è stata l’occasione per esprimere queste parole di denuncia e di speranza per un futuro migliore. La lotta contro la camorra e contro ogni forma di criminalità deve essere una priorità per il nostro Paese. Solo così potremo garantire un futuro sereno e sicuro ai nostri giovani, evitando che cadano nelle mani sbagliate e diventino vittime o carnefici. È importante che la società civile si mobiliti e che i media svolgano un ruolo fondamentale nell’informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema così delicato. Non possiamo permettere che la stampa si faccia strumento di propaganda o di disinformazione, ma dobbiamo puntare ad una informazione corretta e obiettiva, che denunci le ingiustizie e che dia voce alle vittime. La lotta contro il reclutamento dei minori è una battaglia che coinvolge tutti noi, perché solo uniti possiamo contrastare questa piaga che mina la nostra società. Speriamo che le parole di Giorgia Meloni possano essere ascoltate e che si possano trovare soluzioni concrete per porre fine a questa tragedia.

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