Un’importante vicenda di peculato e falsificazione di strumenti di pagamento ha portato all’arresto di Giustina Giordano, ex direttrice dell’ufficio postale di San Tammaro, nella provincia di Caserta. La donna è accusata di essersi appropriata di oltre 750mila euro dai conti correnti di diverse persone, tra cui una vedova, cercando di nascondere l’ammanco di circa 600mila euro. La Procura della Repubblica ha ipotizzato sette capi di imputazione nei confronti della ex direttrice, coinvolgendo anche il suo ex marito, Pasquale Piccolo, che comparirà insieme a lei davanti al giudice dell’udienza preliminare nel gennaio del prossimo anno. Giustina Giordano si trova agli arresti domiciliari dallo scorso luglio.
Secondo l’accusa, la ex direttrice avrebbe utilizzato vari metodi nel corso del tempo per trasferire denaro su conti personali, acquistare beni di valore e ripagare debiti. Avrebbe inoltre utilizzato i dati personali di altre persone per attivare carte di pagamento senza il loro consenso, agendo con l’intenzione di nascondere il profitto dei suoi reati e abusando dei suoi poteri pubblici. Gli episodi contestati vanno dallo scorso ottobre al giugno del 2023. In qualità di dipendente dell’ufficio postale, la donna aveva accesso alle somme di denaro depositate dai clienti per l’emissione di buoni fruttiferi, buoni postali e conti correnti. Utilizzando azioni come la falsificazione di firme e l’attivazione di carte Poste Pay Evolution, avrebbe trasferito denaro su conti personali, simulando transazioni commerciali inesistenti con varie causali inventate.
Tra le parti offese ci sono anche Poste Italiane, che ha annunciato di aver avviato le verifiche per rimborsare i clienti vittime delle attività illegali, ma al momento il rimborso non è ancora avvenuto. La ex direttrice è stata destinataria di un sequestro preventivo del valore di 600mila euro su beni propri, tra cui quadri di valore, beni di lusso e immobili. Le indagini sono partite da una denuncia presentata dal fratello di una correntista, una vedova di 77 anni, che ha svelato il meccanismo messo in atto dalla funzionaria delle Poste. Le appropriazioni con bonifici di decine di migliaia di euro, sfidando anche le norme antiriciclaggio, sarebbero iniziate quando la donna si recò all’ufficio postale per il cambio di conto corrente dopo la morte del marito avvenuta tre anni fa. Il conto del correntista defunto sarebbe stato fintamente chiuso senza disabilitare il bancomat, che la Giordano avrebbe continuato a utilizzare per effettuare spese, anche minime, come un panino in un noto fast food.
Nel processo, la ex direttrice è difesa dagli avvocati Carmela Di Napoli, Fernando Pellino e Dezio Ferraro, mentre per la parte civile, in particolare per i familiari della vedova, è impegnato l’avvocato Giuseppe Cipullo. Ci sarebbe inoltre un altro filone di indagine che coinvolge altre parti offese, assistite dall’avvocatessa Natalina Mastellone. Il giudice dell’udienza preliminare ha fissato l’udienza per il 12 gennaio 2024, durante la quale si deciderà se rinviare a giudizio la Giustina Giordano e il suo ex marito.