Un tecnico di laboratorio dell’Università Federico II di Napoli è stato condannato a sette anni di reclusione per abusi sessuali su studentesse. Il giudice di Napoli, Giovanna Ciervo, ha sottolineato che l’uomo agiva “con disinvoltura, come se nulla fosse”. Giovanni Migliaccio, anche conosciuto come Vanni, aveva 64 anni al momento della condanna e si era candidato alle elezioni regionali in Campania nel 2020, senza essere eletto. È stato arrestato il 18 novembre 2022 dai carabinieri del Nucleo investigativo, dopo indagini coordinate dal sostituto procuratore Luigi Santulli della IV sezione della Procura di Napoli, diretta dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Oltre alla condanna, è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’uomo, che ora ha 65 anni.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di una delle vittime, ma altre sono state individuate dai carabinieri attraverso i post pubblicati su Instagram, in cui si invitavano le eventuali vittime a rivelare gli abusi subiti, anche solo via email, a un gruppo ristretto di professoresse. Gli accertamenti dei militari hanno poi rivelato che si trattava di un fenomeno molto diffuso e purtroppo strutturale in determinati contesti socio-culturali. Spesso, le vittime dei reati di abusi subiscono impulsi di carattere morale che le dissuadono dal portare avanti intenti punitivi, per evitare di rivivere in sede giudiziaria ciò che hanno subito o di cui provano vergogna, spesso accompagnata da sensi di colpa. Questo avviene per paura di ritorsioni da parte del soggetto che, come nel caso specifico, ricopre una posizione di supremazia sulla vittima per ragioni professionali.

È importante che questi casi vengano portati alla luce e che le vittime si sentano libere di denunciare gli abusi subiti. Solo così si può dare giustizia alle vittime e prevenire che simili episodi si ripetano in futuro. Le istituzioni devono garantire un ambiente sicuro e protetto per gli studenti, in cui non si tollerino comportamenti di abuso o sopraffazione.

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