La magistratura di sorveglianza di Napoli ha stabilito un indennizzo di oltre 7000 euro per un detenuto che è stato rinchiuso in condizioni inumane e degradanti per quasi 2 anni e 6 mesi. La decisione è stata presa in seguito all’istanza presentata dal 50enne napoletano, difeso dall’avvocato Massimo Viscusi.

Il reclamo era stato presentato a causa delle condizioni disumane di detenzione a causa del sovraffollamento nelle carceri di Poggioreale e Ariano Irpino, denunciando la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per i periodi di detenzione all’interno delle mura delle carceri. Il giudice ha confermato il risarcimento solo per circa 910 giorni.

Il magistrato di sorveglianza, basandosi sulle dettagliate osservazioni dell’avvocato Viscusi, ha esaminato diversi elementi cruciali per valutare la situazione detentiva, non limitandosi solo alle dimensioni della cella, ma considerando anche l’accesso alle attività ricreative, le condizioni igieniche e sanitarie e la durata complessiva della detenzione.

Questa decisione è un importante segnale che mette in luce la necessità di garantire condizioni dignitose ai detenuti, anche in un contesto di sovraffollamento carcerario. La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sancisce infatti che nessuno può essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti.

È fondamentale che le autorità competenti si adoperino per migliorare le condizioni carcerarie, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo, anche se privato della propria libertà. Inoltre, è necessario investire nella prevenzione e nella riabilitazione, al fine di ridurre il numero di detenuti e migliorare la sicurezza e la qualità delle carceri.

È auspicabile che questa decisione possa rappresentare un punto di svolta nella tutela dei diritti dei detenuti e nell’attenzione che viene loro dedicata. Ogni individuo, indipendentemente dalla sua condizione, merita di essere trattato con dignità e rispetto, anche durante la detenzione.

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