Manifesti dal titolo “Un castello di rifiuti?”
Protesta de Il Randaccio sulla questione rifiuti di piazza Castello.
Avellino. Manifesti dal titolo “Un castello di rifiuti?”, sacchi di immondizia simbolici e scope. Questa la protesta simbolica dei militanti dell’associazione Il Randaccio, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dimenticato dei rifiuti “speciali” che per anni hanno interessato il sottosuolo della piazza e su cui è calato un “sospettoso” silenzio.
“14 anni dopo l’inizio dei lavori, Piazza Castello è stata restituita agli avellinesi e agli irpini. Tra chi si lamenta per l’assenza di panchine, chi perché non c’è il parcheggio, chi nell’atto di (ri)consegna non ci vede altro che il solito “tempismo elettorale” – di cui poco ci frega – notiamo, però, che le critiche vengono fatte a tutto, eccetto che a qualcosa di veramente sostanziale.
Nessuno, infatti, si è chiesto – prosegue la nota – se la piazza sia stata restituita al popolo in tutta sicurezza: se, per dirla più concretamente, i rifiuti “speciali”, quali l’amianto e tutto ciò che di esiziale contenevano le casette allestite a seguito del terremoto del 1980, giacciono ancora sotto la pavimentazione nuova di zecca, se ciò che resta del castello in superficie non sia tanto dissimile da quanto resta delle baracche che, a pezzi, potrebbero ancora giacere sotto i nostri piedi, se il telo isolante steso sotto i sanpietrini serva davvero a dividere un prima e un dopo della bonifica e non sia soltanto un sottile “durante”, nel frattempo che sinistri segni invisibili, ma tangibili non interessino irreparabilmente lo stato di salute degli utenti.
Sarà un caso che nella città capoluogo della verde Irpinia, in una piazza che adesso godiamo meglio al buio, resa ancora più bella dalle effimere luci della festa, non sia stato piantumato un solo albero?
Non sarà, forse, perché il telo steso sotto la piazza (e sopra i rifiuti?) rischia di essere danneggiato dalle radici delle piante e, dunque, è meglio non rischiare? E, se è meglio non rischiare, qualche dubbio, reputiamo, si rende quantomeno doveroso: non vorremmo che sia stato solamente steso un telo sulle macerie e lì sotto ci sia ancora un castello di rifiuti.
Facciamo che 14 anni che sono qualcosa nella vita di un uomo, ma non sono che piccolissima cosa nella vita di una città, non siano solo gli anni utili a dimenticare quanto ci potrebbe essere stato nascosto.” Fin qui la nota de il Randaccio.