Ancora in corso la ricerca del killer responsabile del tentato femminicidio di Annarita Taddeo, la donna di 32 anni di Venevento che è stata gravemente ferita da un colpo di pistola alla testa, sparato da uno sconosciuto (al momento) su mandato di Nicola Fallarino, un criminale ergastolano e ex compagno della vittima.
Annarita Taddeo e i suoi familiari sono sotto protezione. Grazie a un’approfondita indagine condotta dalla Squadra Mobile diretta da Flavio Tranquillo e coordinata dal sostituto procuratore Stefania Bianco, su incarico del procuratore Aldo Policastro, è emersa una fitta rete di complici, sia all’interno che all’esterno del carcere di Benevento, su cui il criminale ha potuto fare affidamento per portare a termine la sua assurda vendetta.
Sono ben 27 le persone coinvolte, alcune detenute nel carcere di Augusta in provincia di Siracusa, dove Fallarino è rinchiuso e dove ha potuto utilizzare illegalmente un telefono cellulare per inviare messaggi di morte alla sua ex compagna e chiedere aiuto a complici esterni per ucciderla. Ma ci sono anche complici detenuti nel carcere di Benevento e altre persone libere.
Insomma, una complicità diffusa degna di un omicidio pianificato nei minimi dettagli. Lo scorso 11 novembre, la donna è stata colpita alla testa da un proiettile sparato da un uomo che indossava un casco integrale.
Annarita Taddeo ha fingendo di essere morta dopo il colpo alla testa, così da poter vedere il suo aggressore entrare nell’appartamento, frugare nella sua borsa e portare via due telefoni cellulari e una somma di duemila euro.
Secondo l’accusa, dopo la fine della relazione, nonostante fosse detenuto in carcere, Fallarino avrebbe imposto alla 31enne di lasciare la sua abitazione e il bar in cui lavorava, incaricando qualcuno di sua fiducia per eseguire quello che sembrava un agguato.
La ricerca del killer e dei complici è ancora in corso, e si spera che presto venga fatta giustizia per Annarita Taddeo e la sua famiglia.