Ancora una volta, i pronto soccorso di Napoli e provincia sono teatro di violenza e caos. Tra il 4 e il 5 gennaio, sono stati presi di mira Villa Dei Fiori di Acerra e l’ospedale di Frattamaggiore. Manuel Ruggiero, medico del 118 e presidente dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, ha segnalato 4 casi di violenza avvenuti a Napoli centro e Napoli nord, ai quali si aggiungono quelli di Castellammare. Nel primo caso, un’intera famiglia ha forzato la porta del pronto soccorso, aggredendo verbalmente e fisicamente il personale sanitario e la guardia giurata. Fortunatamente, l’intervento della polizia ha evitato conseguenze peggiori. La stessa modalità si è ripetuta nel secondo episodio a Frattamaggiore. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sull’aggressione subita da un’infermiera dell’ospedale San Leonardo di Castellammare. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato una riunione per affrontare il tema della violenza contro il personale sanitario. Il prefetto è molto preoccupato per questa escalation di violenza e intende adottare misure preventive mirate a ogni singolo caso. Alla riunione parteciperanno rappresentanti della Regione, dei manager, del 118, degli Ordini professionali e delle forze di polizia. Attualmente, sono attivi posti di polizia presso gli ospedali Pellegrini e del Mare, mentre al Cardarelli si conta sulla presenza della polizia dell’Arenella. I medici e gli infermieri sono vittime di aggressioni fisiche e verbali sul posto di lavoro, senza colpe, sia a causa di lunghe attese sia per lo sfogo del dolore di un decesso. I numeri sono allarmanti: nel 2023 si è verificata un’aggressione ogni 3 giorni, ma il 2024 è iniziato nel peggiore dei modi. L’indignazione per l’aggressione subita da Anna Procida a Castellammare non accenna a placarsi. La presidente dell’Ordine degli Infermieri, Teresa Rea, ringrazia il prefetto per averla convocata e si mette a disposizione per trovare una soluzione. Secondo Rea, si tratta di gravi reati commessi ai danni di una donna e di una professionista, e gli autori di questa violenza devono essere assicurati alla giustizia. La situazione è diventata insostenibile e occorre investire in educazione, formazione e revisione dei modelli organizzativi. Bruno Zuccarelli, leader dell’Anaao e presidente reggente dell’Ordine dei medici, suggerisce di verificare le misure di sicurezza passive e di comunicare con progetti ad hoc per informare i familiari sulle lunghe attese. La repressione è l’unica soluzione per i prepotenti e coloro che hanno atteggiamenti camorristici. Franco Ascolese, presidente dell’Ordine delle 18 professioni sanitarie, chiede pene più severe e certezza della pena. Cgil, Cisl e Uil esprimono solidarietà e vicinanza alla vittima. Giovanni Sgambati della Uil chiede l’intervento di presidi di polizia per attenuare le aggressioni e una legge più severa. Il parlamentare dei Verdi, Francesco Borrelli, invoca una procedura di emergenza, poiché finora le misure adottate non hanno funzionato. Il Nursind punta sulla pianificazione e l’organizzazione dei servizi di emergenza e urgenza. La Consulta regionale per le donne sottolinea l’importanza del riconoscimento del ruolo di pubblico ufficiale per il personale sanitario, una linea condivisa da Gianpiero Izzo della Uil medici. Lino Pietropaolo, leader della Cisl medici, chiede al prefetto di garantire l’incolumità del personale e alla Regione di studiare modalità più adeguate per garantire prestazioni in tempi ragionevoli. Anche la Cgil medici, attraverso Giosuè Di Maro, fa eco a queste richieste.

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