La morte di Emanuele Nebbia durante la notte di Capodanno ci fa tornare alla mente le faide che hanno scosso le case popolari più turbolente e violente della provincia di Caserta. Le palazzine Iacp, come venivano chiamate in passato, sono state teatro di crimini e violenze, tra cui il duplice omicidio del boss Sebastiano Caterina. Da allora, si sono susseguiti agguati e scontri legati al traffico di droga che ha sempre avuto una base operativa in quelle palazzine.
L’omicidio di Emanuele Nebbia non è stato inaspettato. Negli ultimi tempi, infatti, si era verificata un’escalation di atti di violenza, come l’aggressione a colpi di pistola di un 57enne lo scorso 8 dicembre. Ma chi era Emanuele Nebbia? Poco si sa di lui, mentre molto di più si conosce dei suoi fratelli Diamante e Luigi, coinvolti in episodi di criminalità.
I fratelli Nebbia sono stati protagonisti di una rissa armata nel giugno 2018 contro gli Amato, un’altra famiglia della camorra sammaritana. Diamante Nebbia è stato arrestato di recente per aver organizzato il sorvolo di un drone sul carcere di Santa Maria al fine di introdurre droga, telefoni cellulari e altri oggetti destinati ai detenuti. Nel carcere era già presente il terzo fratello, Luigi Nebbia, che nel 2021 è finito in cella dopo aver tentato di pagare con una banconota danneggiata in un bar, minacciando il titolare con una pistola giocattolo.
Il rapporto tra Luigi Nebbia e il carcere è complicato, come dimostrato dalla sua recente protesta violenta dopo aver saputo di non poter partecipare ai funerali del fratello Emanuele.
L’omicidio di Emanuele Nebbia è solo l’ultimo tragico episodio in una serie di violenze che continuano a scuotere la provincia di Caserta. Le autorità devono intensificare gli sforzi per contrastare la criminalità e garantire la sicurezza dei cittadini. Solo così si potrà porre fine a queste faide che hanno causato troppo dolore e morte.