“La morte di Modestino Forte: un tragico esempio dell’indifferenza del sistema carcerario italiano”
Il caso di Modestino Forte, un uomo di 57 anni detenuto ad Avellino e successivamente trasferito a Catanzaro, ha sollevato una serie di interrogativi sul rispetto del diritto alla territorialità della pena e sulla qualità delle cure mediche fornite all’interno delle carceri italiane.
Modestino Forte è morto a causa di un cancro ai polmoni in fase avanzata, nonostante il parere del medico del Tribunale che lo considerava compatibile con il regime carcerario. Solo il 12 gennaio, tre giorni prima della sua morte, gli sono stati concessi gli arresti ospedalieri, quando ormai era in coma farmacologico. Precedentemente, la richiesta di arresti domiciliari era stata rigettata.
Il diritto alla salute e alla vita di un individuo dovrebbe sempre prevalere, indipendentemente dalla sua condizione di detenuto. Il carcere non dovrebbe essere considerato solo come un luogo di punizione, ma anche come uno spazio in cui garantire il benessere e la dignità delle persone private della libertà personale.
Il sistema carcerario italiano è spesso descritto come un luogo fuori dal mondo, un tempo fuori dal mondo, in cui vengono violate le norme basilari per la tutela dei diritti umani. Le condizioni di vita all’interno delle carceri italiane sono spesso precarie e l’accesso alle cure mediche è insufficiente. Non possiamo ignorare il fatto che molte persone muoiano in carcere o a causa delle condizioni di vita all’interno delle carceri stesse.
È necessario chiedere giustizia e verità per Modestino Forte e per tutte le persone che hanno perso la vita in carcere. Non possiamo permettere che queste tragedie avvengano nell’indifferenza generale. È imperativo che vengano apportate modifiche significative al sistema carcerario italiano, in modo da garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali e la tutela della salute e della vita delle persone private della libertà personale.