Un interrogatorio di undici ore si è svolto davanti ai pubblici ministeri che stanno indagando sull’omicidio di Angelo Vassallo. Lo scopo era rispondere alle domande riguardanti la terribile notte del 5 settembre 2010, quando il sindaco di Acciaroli fu massacrato. A distanza di quattordici anni dall’omicidio, la Procura di Salerno registra un nuovo sviluppo nell’inchiesta che cerca di ricostruire le responsabilità e i motivi dell’omicidio del sindaco pescatore. Lunedì scorso è stato interrogato il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, un anno e mezzo dopo il decreto di perquisizione emesso dai pubblici ministeri salernitani nell’estate del 2022. Quindi, una possibile svolta, considerando anche ciò che viene ipotizzato dai pubblici ministeri nell’invito a comparire. Secondo gli inquirenti, Cagnazzo è accusato di concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal fine camorristico. Gli inquirenti ipotizzano che Cagnazzo abbia contribuito a organizzare l’omicidio di Vassallo, creando le condizioni per un depistaggio. Gli inquirenti parlano esplicitamente di un vero e proprio “imboscata” in cui l’assassino e il sindaco si guardano negli occhi prima che Vassallo venga ucciso. Cagnazzo non è l’unico sotto inchiesta, ma risponde in concorso nell’omicidio assieme ad altri nomi. Durante l’interrogatorio, Cagnazzo ha mostrato la sua determinazione a replicare alle accuse e a dimostrare la sua integrità. La Procura ipotizza anche un patto tra Cagnazzo e il carabiniere Lazzaro Cioffi, suo attendente di fiducia, precedentemente condannato per reati legati alla droga. La ricostruzione dell’omicidio del sindaco fa parte di un contesto segnato dal narcotraffico. Gli interessi legati allo smercio di cocaina avrebbero spinto i killer ad organizzare l’omicidio per proteggere i loro affari. La Procura ha ascoltato recentemente il pentito Raffaele Imperiale, ex broker del narcotraffico, che ha fornito informazioni sulle presunte collusioni al Parco Verde. Ora il puzzle deve fare i conti con la verità di Fabio Cagnazzo, emersa dopo undici ore di interrogatorio.

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