Ancora tensioni in carcere nel casertano. Dopo i tumulti di Santa Maria Capua Vetere di qualche settimana fa stavolta teatro delle violenze è il penitenziario “Giovanni Battista Novelli” di Carinola dove negli ultimi giorni si sarebbe registrata una vera e propria escalation di aggressioni ai danni degli agenti.
Lo denuncia il sindacato autonomo della polizia penitenziaria Sappe. Tre episodi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Il primo domenica sera quando “un detenuto con problemi psichiatrici si è recato in infermeria centrale verso le 21 e, non volendo rientrare nel Reparto dove era ristretto, è rimasto nel corridoio fino all’una di notte, bloccando i poliziotti che avrebbero dovuto assumere il servizio notturno e, di conseguenza, anche quelli che avrebbero dovuto smontare, minacciando di voler ammazzare chiunque si fosse avvicinato, brandendo un rudimentale bastone ricavato dal piede di un tavolo. Solo dopo una lunga e mediata opera di persuasione e mediazione della Polizia Penitenziaria, l’uomo è stato ricondotto alla ragione ed è rientrato in cella”, spiega il segretario del Sappe Donato Capece.
Ieri un nuovo episodio. “Alla perquisizione ordinaria mattutina – prosegue il sindacalista – i detenuti di una cella che doveva essere ispezionata si sono, in prima battuta, rifiutati di uscire, aggredendo verbalmente i poliziotti ed assumendo atteggiamenti di sfida intenti ad arrivare allo scontro fisico con gli Agenti. Solamente con l’arrivo di rinforzi da parte della Sorveglianza Generale e di un Funzionario del Corpo si è riusciti, con non poca fatica, ad effettuare la perquisizione”.
In mattinata l’ultimo, e forse più grave, episodio di violenza. “I detenuti si sono messi d’accordo e, durante la perquisizione ordinaria mattutina, non appena i poliziotti sono entrati in una cella sono stati aggrediti con bastoni ricavati dai piedi del tavolo. All’Ispettore superiore di sorveglianza generale che ha provato ad entrare in stanza hanno buttato il tavolo addosso: hanno poi bucato delle bombolette facendo uscire il gas e hanno minacciato di darci fuoco, ferendo un ispettore, un sovrintendente ed un assistente della Polizia Penitenziaria e riuscendo nel loro intento perché, per le oggettive situazioni di rischio e pericolo che si erano determinate, la perquisizione non è stata fatta”.
Ferma e senza appello la denuncia del Sappe: “Siamo all’assurdo: oramai a Carinola è diventato impossibile anche effettuare una perquisizione. La direzione carceraria è totalmente assente. Pochi giorni fa, dopo una notte da incubo, i colleghi smontanti hanno chiesto di parlare con il direttore, che si è negato dicendo che aveva altri impegni. Oggi siamo a più di 500 detenuti, di cui almeno 200 trasferiti da altro istituto per ordine e sicurezza, e non si riesce nemmeno a far partire quei detenuti che aggrediscono i poliziotti. I numeri della sicurezza, ovvero del personale di Polizia, sono poi allarmanti: sono 70 unità le unità in servizio alla mattina, 15 il pomeriggio e 12 la notte. Basta. Siamo noi a non poterne più da questa situazione di diffusa illegalità: siamo a noi a doverci chiedere dove è lo Stato?”.
Da qui, la richiesta di Capece al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro affinché si rechi personalmente nel carcere di Carinola “perché qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci”.