Un’indagine sulla presunta lottizzazione abusiva sull’isolotto de Li Galli ha portato alla luce una serie di irregolarità che si sono susseguite nel corso dei decenni. I giudici del Riesame hanno accolto il ricorso dell’ufficio giudiziario guidato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal vicario Luigi Alberto Cannavale, e ventuno pagine di documentazione dettagliano le ragioni di questa decisione.
Le prime violazioni risalgono addirittura al 1936, quando il ballerino e coreografo russo Leonide Massine, allora proprietario dell’isola, ha commissionato lavori non autorizzati all’architetto Le Corbusier. Nonostante siano state presentate richieste di condono, queste non sono mai state regolarizzate.
Negli anni successivi, si sono verificate una serie di mancanze da entrambe le parti. Da un lato, gli uffici comunali hanno richiesto documentazione che non è mai stata presentata, dall’altro non sono stati effettuati controlli adeguati nel corso dei decenni. Già nel 2012, il Comune di Positano ha inviato un preavviso di diniego di condono edilizio alla Li Galli di Giovanni Russo & C., chiedendo la presentazione dei documenti mancanti. Nel frattempo, nel 1998 gli eredi di Massine hanno venduto gli immobili alla Ballet Monde Ag, che ha stipulato un contratto di comodato d’uso con i Russo fino al 2026. Nel 2015, le due società si sono fuse e i Russo sono diventati i nuovi proprietari.
Nel 2009, il Comune di Positano ha autorizzato i Russo a gestire un bed and breakfast sull’isola, ma i permessi riguardavano un immobile abusivo. Nel 2011, la società ha chiesto l’autorizzazione per svolgere attività extralberghiera e, secondo i giudici del Riesame, è stato commesso un ulteriore errore: l’agibilità dell’immobile è stata concessa per silenzio assenso, nonostante l’immobile fosse ancora abusivo.
Le indagini della guardia di finanza hanno inoltre rivelato la vendita di soggiorni sull’isola a 250mila euro a settimana, con fatture emesse verso società estere e verso la Russo travel, collegata ai proprietari dell’isola. Questo ha dimostrato che la società era destinata esclusivamente alla gestione dell’isola e non solo ad ospitare amici e parenti dei proprietari.
Le indagini sono ancora in corso e sono emerse altre irregolarità, come la realizzazione di opere di urbanizzazione abusiva, la gestione dei rifiuti e l’approdo e l’ormeggio. Da un abuso residenziale si è passati a un abuso a fini turistici, con la vendita di pacchetti che generano un elevato reddito. Questo caso dimostra l’importanza di rispettare le norme urbanistiche e di svolgere controlli adeguati per prevenire abusi di questo tipo.