Sospensione cautelare e procedimento disciplinare per i dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta sui ‘furbetti del cartellino’. La commissione Ufficio Provvedimenti Disciplinari del Comune di Aversa ha deciso di sospendere i dipendenti senza stipendio, ma garantendo loro il diritto all’assegno alimentare pari al 50% dello stipendio. Inoltre, sarà aperto un procedimento disciplinare che si concluderà entro un mese. I dipendenti coinvolti sono stati convocati per il contraddittorio a partire dal 5 febbraio e saranno ascoltati dall’Ufficio Provvedimenti Disciplinari composto dal segretario generale Giovanni Schiano di Colella Lavina, dalla dirigente dell’area Servizi Finanziari Gemma Accardo e dalla funzionaria amministrativa Rosa Mosca.
Nel frattempo, nella giornata di lunedì saranno completati gli interrogatori dei 13 dipendenti accusati di truffa per assenteismo. Uno di loro è agli arresti domiciliari, mentre gli altri 12 hanno il divieto di dimora ad Aversa. Paolo Ruscigno, l’unico agli arresti domiciliari, è stato ascoltato e gli sono state contestate assenze giustificate con un servizio esterno che non avrebbe svolto. A Ruscigno sono stati sequestrati in via cautelare poco più di 9000 euro. Il suo avvocato, Maurizio Abbate, ha chiesto la revoca della misura cautelare in quanto Ruscigno è in pensione dal 1° giugno dell’anno scorso.
Anche un altro dipendente coinvolto è in pensione e gli è stato disposto il divieto di dimora ad Aversa. Gli indagati ascoltati finora hanno spiegato che la pratica delle timbrature fatte anche per conto di altri colleghi era in uso nei giorni di martedì e giovedì, quando è previsto il rientro pomeridiano. Timbrare l’uscita alle 14 e il rientro dopo mezz’ora dava diritto al buono pasto. Perciò, alcuni impiegati avrebbero utilizzato i badge per effettuare la timbratura in uscita e in entrata, ma sarebbero rimasti in ufficio per consumare un fugace pasto. Questa prassi coinvolgeva in particolare due dipendenti che avrebbero più volte effettuato la timbratura a favore di una collega malata per evitare che si muovesse nonostante le sue condizioni di salute.
