La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a trent’anni di reclusione per Salvatore Cantiello, responsabile dell’omicidio di Nicola Cirillo avvenuto nel luglio del ’97 a Casal di Principe. Gli ermellini hanno sottolineato la premeditazione del delitto e hanno escluso le attenuanti. Cirillo, soprannominato “Nicola o’scuppettiere”, era un dipendente comunale già condannato in passato per estorsione e rapina e secondo gli inquirenti era legato al clan di Francesco Bidognetti. Fu ucciso mentre era alla guida della sua auto, ferma al semaforo rosso, quando il suo assassino gli sparò sulla sua Mercedes. Questo omicidio rientrava nella faida interna tra i gruppi Schiavone e Bidognetti all’interno del clan dei Casalesi. La decisione di eliminarlo era stata presa da Francesco Schiavone, noto come Sandokan, ma l’azione fu pianificata solo il giorno prima dell’attacco. I killer, come confermato da Cantiello stesso, erano a conoscenza delle abitudini di Cirillo e lo intercettarono mentre si recava al lavoro, sparandogli diversi colpi mentre era fermo al semaforo di corso Umberto a Casale.

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