Un credito di 207mila euro, l’ammissione alla massa passiva e il taglio dopo la verifica sulla regolarità contributiva. Questa è la vicenda che ha portato il consorzio Agrorinasce e il Comune di San Marcellino davanti ai giudici del Tar.

Il consorzio Agrorinasce, che si occupa di beni confiscati e cultura della legalità, aveva un credito di 207mila euro nei confronti del Comune. Dopo la dichiarazione di dissesto, la commissione straordinaria di liquidazione ha ammesso il debito alla massa passiva e ha proposto ad Agrorinasce una somma di 83mila euro, corrispondente al 40% del credito.

Successivamente, sono stati effettuati accertamenti sul Durc della società per verificare la regolarità contributiva, ed è emerso che Agrorinasce aveva debiti con Inps ed Inail. Il Comune, dopo aver effettuato interventi sostitutivi per circa 20mila euro, ha riconosciuto ad Agrorinasce una somma di 60mila euro.

Questo provvedimento è stato impugnato da Agrorinasce dinanzi al Tar. Nel frattempo, però, il consorzio ha dichiarato di non avere più interesse alla definizione della causa. I giudici del Tar hanno quindi dichiarato l’improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.

Questa vicenda mette in luce la complessità dei rapporti tra enti e società consortili, e l’importanza di una corretta regolarità contributiva. È fondamentale che tutte le parti coinvolte si attengano alle leggi e alle normative vigenti per evitare situazioni di contenzioso che possono danneggiare l’economia e la reputazione delle aziende.

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