Anno giudiziario, la Corte d’Appello: “Strapotere dei clan nell’economia legale”

I dati relativi agli omicidi di camorra a Napoli e provincia sono in calo del 28,57%. Lo scorso anno sono stati registrati complessivamente 28 omicidi, di cui 10 con matrice camorristica, mentre l’anno precedente, su 36 omicidi, 14 erano classificati come omicidi di camorra. Nonostante questa diminuzione, il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Eugenio Forgillo, sottolinea la preoccupazione per la pervasività delle organizzazioni criminali in diversi settori e per la conflittualità tra gruppi criminali che interessa soprattutto la città di Napoli. “Non possiamo trascurare il fatto che la criminalità organizzata abbia preso di mira il settore pubblico, in particolare gli appalti, al fine di ottenere guadagni illeciti considerevoli”, afferma il presidente. Le “stese”, ossia le sparatorie in ambito urbano con scooter e motocicli, rimangono un elemento di grande preoccupazione. “Nella provincia sono stati registrati numerosi episodi di ‘stese’, che indicano i principali ambiti di conflittualità camorristica sul territorio”, dichiara Forgillo nella sua relazione. Questi episodi evidenziano gli equilibri criminali fluidi sul territorio, in continua evoluzione e caratterizzati da un controllo estremamente frammentato. Nonostante siano meno numerosi rispetto all’anno precedente, questi episodi rimangono considerevoli ed allarmanti dal punto di vista sociale. Nel 2022 sono state registrate complessivamente 69 stese, di cui 23 in provincia e 46 in città. L’anno scorso, invece, sono state registrate 59 stese, di cui 29 in provincia e 30 in città. A Napoli, nonostante una diminuzione complessiva dei reati, si registra un aumento del 50% dei reati legati agli stupefacenti, con un aumento anche delle associazioni per produzione o traffico di droga. Nella provincia di Napoli, invece, si registra un aumento del 54,13% dei reati legati alla contraffazione di marchi e prodotti industriali.

La devianza giovanile nel distretto della Corte d’Appello di Napoli è un problema rilevante, soprattutto nella provincia partenopea, come confermano i dati forniti dalle forze dell’ordine e dal tribunale per i minori. “Quest’anno le preoccupazioni aumentano”, afferma il presidente della Corte d’Appello, Eugenio Forgillo, nella sua relazione. Si è osservato che, in presenza di clan “destrutturati dall’azione giudiziaria”, sempre più giovani si propongono come nuove figure di vertice e cercano una legittimazione all’interno della camorra. Il presidente del tribunale per i minorenni di Napoli, Giancarlo Posteraro, sottolinea la necessità di distinguere tra la devianza minorile determinata dal coinvolgimento di minori nella criminalità organizzata camorristica e quella derivante dalle carenze educative familiari. Entrambe le forme di disagio giovanile sono presenti nel territorio del distretto campano e rischiano di intersecarsi se non vengono tempestivamente individuate, represse e prevenute.

Il presidente della Corte di Appello di Napoli, Eugenio Forgillo, sottolinea anche le difficoltà nell’assicurare la pronta definizione dei processi giudiziari a causa della carenza di personale, sia a livello di magistratura che amministrativo. Questa situazione comporterà l’oggettiva impossibilità di definire tutti i processi entro il termine di improcedibilità. Tuttavia, è necessario assicurare una rapida conclusione dei processi per evitare ulteriori ritardi nella giustizia del distretto di Napoli.

In conclusione, la relazione della Corte d’Appello di Napoli evidenzia il potere dei clan nella economia legale e sottolinea la necessità di contrastare efficacemente la criminalità organizzata, sia attraverso l’azione giudiziaria che attraverso la prevenzione e il sostegno ai giovani in situazioni di disagio. Solo così si potrà garantire un futuro migliore per la città di Napoli e la sua provincia.

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