Sequestro illegittimo: le ville del boss Giuseppe Setola restano ai familiari

Il giudice dell’esecuzione Gianluigi Visco del tribunale di Napoli ha deciso che le due ville, riconducibili al boss dei Casalesi Giuseppe Setola, resteranno nella disponibilità dei suoi familiari. Questa decisione è stata presa dopo che i giudici di Santa Maria Capua Vetere si sono dichiarati incompetenti e hanno trasmesso gli atti al tribunale partenopeo.

Secondo il giudice dell’esecuzione di Napoli, il provvedimento di sequestro adottato dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere è diventato inefficace perché la richiesta di confisca dei beni è stata formulata da un soggetto non legittimato a farlo, in violazione delle condizioni di legge.

Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei due immobili, situati a Casal di Principe, è stato eseguito il 15 novembre 2023 dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Si ritiene che l’acquisto di queste proprietà sia avvenuto utilizzando il denaro proveniente dalle attività criminali di Setola. Il provvedimento patrimoniale è stato emesso dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere in seguito alla condanna definitiva all’ergastolo di Setola per il duplice omicidio di Nicola Baldascino e Antonio Pompa avvenuto il 31 ottobre 1997 a Casal di Principe.

Le due ville, una di 340 metri quadrati arredata in stile Scarface e occupata dalla figlia di Setola e dalla sua ex moglie, e l’altra di 150 metri quadrati non abitata, sono risultate essere abusivamente costruite e non erano state incluse nel sequestro dei beni di Setola emesso nel 2009.

Le indagini dei carabinieri sono state avviate grazie a un errore nella trascrizione di un documento riguardante la capacità contributiva delle occupanti temporanee delle proprietà. Questo errore ha sollevato sospetti riguardo alla provenienza dei fondi utilizzati per l’acquisto dei terreni e la costruzione delle ville. Gli investigatori hanno analizzato i documenti patrimoniali e reddituali dei familiari di Setola forniti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e hanno scoperto l’intestazione fittizia dei beni e il reimpiego illecito dei proventi del clan.

La Corte è stata chiamata a decidere sulla confisca definitiva dei beni. La questione della competenza del giudice dell’esecuzione è stata sollevata dal sostituto procuratore Antonio D’Amato. Secondo la normativa, la competenza deve essere stabilita in base all’ultima sentenza irrevocabile. La Corte di Santa Maria Capua Vetere si è dichiarata incompetente e ha trasmesso gli atti al tribunale di Napoli. Dopo la pronuncia del giudice Visco, i beni sono stati restituiti ai familiari di Setola, assistiti dagli avvocati Paolo Di Furia e Mario Griffo, che non hanno mai lasciato le proprietà oggetto del sequestro.

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