Marocchino ucciso, la Procura di Nocera ha deciso di analizzare l’auto sequestrata a Gerardo Palumbo, un 64enne ragioniere di Roccapiemonte, che attualmente è in carcere per l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e porto illegale di arma da fuoco. Il sostituto procuratore Claudia Colucci ha fissato la data per gli accertamenti irripetibili, che verranno effettuati all’interno della Smart. Gli inquirenti dovranno effettuare esami biologici, dattiloscopici e microscopici elettronici per stabilire di chi era il sangue trovato in più parti dell’abitacolo e per accertare la presenza di residui di polvere da sparo.

Al momento, l’indicazione del Gip è che ci sono prove gravi a carico di Palumbo in relazione alla morte di Hadraoui M’ssad, un marocchino di 54 anni residente a Castel San Giorgio. Non si conosce ancora il movente del delitto: sembra che i due gestissero un traffico di extracomunitari dal Marocco all’Italia, cercando di regolarizzare la loro situazione attraverso falsi contratti di lavoro per ottenere i permessi di soggiorno. Secondo la testimonianza della moglie della vittima, Palumbo avrebbe ottenuto dai 3 ai 4mila euro per ogni straniero. Dai messaggi acquisiti dai carabinieri, è emerso che l’indagato e il marocchino avevano dissidi di natura economica legati al presunto traffico. Il 29 gennaio scorso, lo straniero è uscito di casa per incontrare Palumbo e non è mai tornato. La moglie ha denunciato la sua scomparsa. Il 31 gennaio, il corpo di Hadraoui M’ssad, conosciuto come “Zaccaria”, è stato trovato senza vita a Trivio, coperto da un telo e tra i rifiuti, con una ferita alla testa. Intorno c’erano segni di trascinamento e pezzi di vetro. Il medico legale ha stabilito che l’uomo non è stato ucciso nello stesso luogo in cui è stato trovato. L’indagato è stato ripreso da una telecamera mentre saliva e scendeva da quella strada, prima in compagnia di una seconda persona (il cui volto era nascosto) e poi da solo. Un viaggio di 11 minuti. I due sembravano essere insieme nella mattinata del 29 gennaio, diretti a Napoli, come ha scritto la vittima in un messaggio inviato alla moglie, ma poi l’itinerario è cambiato fino ad arrivare al tornante di Trivio, forse per “recuperare dei soldi”.

Le verifiche all’interno della Smart, che non aveva un finestrino nella ripresa della telecamera, saranno integrate anche dai risultati dei controlli sulle 2 pistole sequestrate all’indagato (una delle quali mancava di 4 colpi, mentre un colpo era ancora in canna) e sui tracce rossastre trovate su degli stivaletti sporchi che l’uomo indossava quel lunedì.

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