Scoperta una serie di errori giudiziari che hanno portato all’ingiusta detenzione di un operaio a Napoli. Il dispositivo di sentenza ha condannato l’uomo per concorso in tentata estorsione, ma quando sono state rese note le motivazioni, si è scoperto che il suo ricorso era stato accolto e la sentenza annullata. Purtroppo, nel frattempo, l’uomo aveva già scontato la pena in carcere. Il suo avvocato sostiene che si tratti di una “sciatteria senza precedenti” da parte del sistema giudiziario. L’uomo è stato condannato a 4 anni di reclusione in un processo celebrato in abbreviato nel 2020. L’appello era stato fissato per il 2022, ma le parti non sono state avvisate e la sentenza di primo grado è stata confermata senza possibilità di difesa. L’imputato e il suo avvocato hanno presentato un ricorso in Cassazione, che è stato dichiarato inammissibile e ha portato all’arresto immediato dell’uomo. Dopo alcuni mesi di detenzione, è stato rilasciato anticipatamente. A dicembre, la Suprema Corte ha depositato le motivazioni, rivelando che il ricorso dell’uomo era stato accolto e la sentenza di appello annullata. Il legale dell’operaio afferma che il suo cliente non ha potuto esercitare il diritto al secondo grado di giudizio e ha scontato ingiustamente la pena. L’avvocato ha cercato di far luce su questa serie di errori, ma non ha ottenuto piena soddisfazione. La Corte di appello di Napoli ha compreso che c’era qualcosa che non andava e ha chiesto spiegazioni alla Corte di Cassazione, che ha ammesso l’errore e annullato la sentenza di appello. Ora, il processo di secondo grado dovrà essere rifatto e l’uomo e il suo avvocato dovranno tornare in aula. L’avvocato si chiede quale senso abbia tutto questo, considerando che il suo cliente ha già scontato la pena. Nessuno si è mai degnato di avvisare l’imputato e il difensore degli errori commessi.

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